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Il futuro delle Dop è nelle mani dei giganti?
Scritto il 19-09-2017 da Ufficio stampa | Categoria: Prodotti a denominazione
“Le denominazioni di origine non sono più un marchio di qualità”: è questa la provocazione della scrittrice francese Véronique Richez-Lerouge, autrice del libro inchiesta “Main basse sur les fromages AOP. Comment les multinationales contrôlent nos appelations” intervenuta alla conferenza “Il futuro delle Dop è nelle mani dei giganti?” che si è tenuta a Bra durante Cheese.
Lo scadimento qualitativo delle Dop, secondo la scrittrice francese, é colpa delle razze iper-produttive, dei mangimi a base di soia e con insilati di mais, del latte che spesso e volentieri è pastorizzato, degli additivi e dei fermenti selezionati, delle stagionature troppo veloci e realizzate in celle.
A questa provocazione ha risposto Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, citando ad esempio il formaggio prodotto dai soci del suo Consorzio: “Sono convinto che il Parmigiano Reggiano non potrà mai perdere le sue caratteristiche di unicità. Il Parmigiano Reggiano è frutto di questa terra e del saper fare delle sue genti, che si tramanda di generazione in generazione. Rispetto a nove secoli fa nulla è cambiato: stessi ingredienti – latte, sale, caglio -, stessa cura e passione, stessa zona d’origine. E questo territorio, questo know-how non sono in vendita”.
Affinché un prodotto sia Dop, le fasi di produzione, trasformazione ed elaborazione devono avvenire in un’area geografica delimitata. Chi fa prodotti Dop deve inoltre attenersi alle rigide regole produttive stabilite nei disciplinari di produzione, che sono il vero perno attorno al quale ruota qualsiasi ragionamento sul valore e sul futuro delle Dop .
I disciplinari, infatti, definiscono i requisiti produttivi e commerciali dei prodotti a Dop a cui i produttori, qualsiasi sia la loro dimensione, devono attenersi. L’importante è che i disciplinari rimangano fedeli ai tratti distintivi della tradizione storica.
L’Italia è il Paese europeo con il maggior numero di prodotti agroalimentari a denominazione di origine e a indicazione geografica riconosciuti dall’Unione europea, a dimostrazione della grande qualità delle nostre produzioni, ma soprattutto del forte legame che lega le eccellenze agroalimentari italiane al proprio territorio di origine.
Il sistema delle Indicazioni Geografiche dell’UE favorisce il sistema produttivo e l’economia del territorio; tutela l’ambiente, perché il legame indissolubile con il territorio di origine esige la salvaguardia degli ecosistemi e della biodiversità.
Allo stesso tempo, grazie alla certificazione comunitaria si danno maggiori garanzie ai consumatori con un livello di tracciabilità e di sicurezza alimentare più elevato rispetto ad altri prodotti.