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Il Ceta entrerà in vigore il 21 settembre, ma solo in via provvisoria.
Scritto il 10-07-2017 da Ufficio stampa | Categoria: Prodotti a denominazione
Il Ceta, l’accordo di libero scambio firmato da Unione Europea e Canada, sarà applicato “provvisoriamente” dal 21 settembre. Lo hanno reso noto l’Ue e il paese nordamericano in una nota congiunta. Il presidente della commissione europea Jean-Claude Juncker e il premier canadese Justin Trudeau, in occasione del G20 di Amburgo, si sono messi d’accordo su questa data, in attesa della piena validità del Ceta quando tutti i parlamenti dei paesi Ue l’avranno approvato. Per l’ok definitivo il Ceta dovrà essere infatti approvato dai parlamenti degli stati membri.
In Italia il Ddl di ratifica del Ceta ha incassato il primo sì in commissione Esteri del Senato lo scorso 27 giugno. Nel passaggio in commissione ha ricevuto il sostegno di Pd, centristi e Forza Italia Contrari invece M5S, Gal, Sinistra italiana e Lega.
Per Agrinsieme l’accordo di libero scambio tra l’Europa e il Canada (Ceta) è un buon accordo, frutto di compromessi com’è naturale per accordi di questo tipo, ma che sostanzialmente non intacca per nulla la nostra sicurezza alimentare né mette a rischio le nostre produzioni tipiche. Chi oggi agita temi come la sicurezza alimentare e l’attacco alle produzioni tipiche, secondo Agrinsieme, o fa disinformazione, o è vittima di una visione manichea e chiusa dello sviluppo dello stesso settore. È assolutamente infondato, continua Agrinsieme, pensare che, all’indomani dell’entrata in vigore dell’accordo, nel nostro paese potranno essere commercializzati alimenti come la carne agli ormoni o prodotti con organismi geneticamente modificati. Le importazioni dovranno essere conformi alle norme vigenti in Europa.
L’accordo, in sede europea, ha ottenuto l’approvazione all’unanimità del Copa-Cogeca (organizzazione europea di rappresentanza delle associazioni professionali agricole e delle cooperative agricole). Lo stesso Presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, esponente di primo piano di Copa Cogeca, ha accolto con favore l’approvazione dell’accordo da parte del Parlamento Europeo.
A favore del Ceta si è schierata anche l’Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche. A farsi portavoce di siffatto messaggio è il Presidente di AICIG Cesare Baldrighi, il quale ci tiene a precisare che “l’Associazione rappresentativa di oltre il 90% delle produzioni italiane tutelate, esprime una valutazione tutto sommato positiva sull’accordo CETA raggiunto con il Canada che, essendo un paese di diritto anglosassone basato quindi sul sistema del marchio d’impresa, non riconosceva in precedenza nessuna tutela ai prodotti a denominazioni di origine. Il fatto che un paese nord americano riconosca il principio delle Indicazioni Geografiche e del loro valore pubblico, apre un varco al duro fronte USA che si oppone a tale principio”.
Dello stesso avviso è Ricci Curbastro Presidente di Federdoc – Confederazione Nazionale dei Consorzi Volontari per la Tutela delle Denominazioni dei Vini Italiani – che afferma: “ L’ Accordo CETA è un buon punto di partenza per il riconoscimento delle Indicazioni Geografiche in un Paese, come il Canada, che fino ad oggi ha concepito unicamente il sistema dei marchi. Abbiamo accolto con favore la volontà della Commissione Europea di offrire una corretta e completa informazione sulle qualità e caratteristiche dei nostri prodotti ai consumatori canadesi attraverso il Comitato CETA istituito dall’Accordo. Confidiamo che l’elenco delle IG protette possa crescere nei prossimi anni.”
Fondamentale, per Agrinsieme, sarà una costante attività di vigilanza sull’applicazione dell’accordo Ceta, in particolare per i comparti più vulnerabili e particolarmente esposti alle crisi di mercato. E’ il caso del grano, uno dei temi che sta creando più allarmismi in questi giorni, ma va precisato che i dazi alle importazioni di grano duro dal Canada sono stati eliminati già da anni. L’entrata in vigore del trattato non rappresenta di fatto un mutamento sostanziale rispetto alle condizioni di ingresso di tale commodity nel nostro paese.