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La filiera del vino stretta tra la nuova vendemmia all’orizzonte e le incognite del mercato
Scritto il 01-07-2020 da Ufficio stampa | Categoria: vino
Con oltre il 93% di vino Dop e Igp, il Piemonte è la seconda regione esportatrice in Italia (1,06 miliardi nel 2019), seconda soltanto al Veneto (2,31 miliardi). Ed è il Cuneese a svettare per produzioni e vendite all’estero, seguito da Astigiano, Alessandrino e Torinese. Nel 2020 l’export si era aperto in crescita. Poi l’irruzione della pandemia: la brusca frenata dell’export ed il crollo del mercato interno (con marzo a -22,4% e aprile a -40,2%), una sofferenza significativa, soprattutto per le cantine attive sul canale ho.re.ca (vale il 42% del venduto), ovvero la distribuzione professionale a hotel, ristoranti e caffè chiusi. (Fonte dei dati: direzione Studi e ricerche, Intesa Sanpaolo).
Chi era già inserito nella grande distribuzione ha risentito di meno delle difficoltà del mercato, ma entrare nella Gdo non è semplice e non si può fare in poco tempo. Il lockdown ha fatto avvicinare molti consumatori all’e-commerce, ma non è la panacea. Adesso l’ho.re.ca si sta riprendendo, ma con lentezza. Per ritornare ai livelli prepandemia ci vorrà del tempo. Le incognite restano molte, tra cui i sempre possibili dazi che il bizzarro presidente Trump potrebbe imporre e la pandemia di ritorno oltre la Grande Muraglia. Per non parlare della Brexit nel Regno Unito, da sempre buon acquirente dei prodotti nostrani.
“Iniezioni di liquidità, stoccaggio, distillazione, vendemmia verde, riduzione delle rese produttive – commenta il Presidente regionale della Cia Gabriele Carenini – sono le misure tampone richieste dalla filiera del vino stretta tra giacenze e nuova vendemmia all’orizzonte da un lato, e una domanda fiacca dall’altro. Il coronavirus ha inoltre fermato l’export di vino, fondamentale per la sopravvivenza del settore in Piemonte. Più del 60% del vino piemontese prende infatti la via dell’estero. Bisogna che si pensi fin da subito a mettere in piedi una grande azione promozionale istituzionale dedicata ai mercati esteri. I produttori non intendono abdicare al loro ruolo e vogliono continuare a coltivare le vigne, ma devono essere messi nelle condizioni di poterlo fare”.