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Bisogna attivare subito strumenti e meccanismi veloci per aiutare le aziende agricole ad assumere lavoratori
Scritto il 14-04-2020 da Ufficio stampa | Categoria: coronavirus
Per curare i campi e raccogliere frutta ed ortaggi occorre molta mano d’opera. Bisogna trovare in fretta una soluzione vera a questo problema, non una pezza malmessa. Nel nord c’erano tanti lavoratori provenienti dall’Est nelle campagna per la raccolta, ma oggi non si vogliono spostare per paura del coronavirus.
In Italia però risiede un numero imprecisato di immigrati irregolari (600mila ?), oltre a quelli in attesa dell’esito della domanda di asilo. Persone che vivono ai margini della società. Già prima c’erano ottime ragioni economiche e sociali per prendere atto della loro presenza nel nostro Paese e procedere a una regolarizzazione. Ora questa regolarizzazione é più che mai necessaria, anche perché si tratta di un esercito essenziale al settore agricolo, alla nostra economia e alla futura ripartenza del Paese. Per altro, solo la regolarizzazione può garantire ai migranti condizioni di lavoro nei campi di assoluta sicurezza e ne impedisce lo sfruttamento.
La politica, al momento, si è interessata poco a questo problema, eccezion fatta per il ministro per le Politiche agricole, Teresa Bellanova, e pochi altri. E’ ora che si dia una sveglia.
La Cia – Agricoltori italiani ha lanciato anche l’ipotesi di reintrodurre i voucher. Le aziende agricole li hanno già usati, li conoscono e sono la risposta necessaria in questo momento. I voucher sono uno strumento flessibile e dalla facile attivazione, capace di dare le corrette tutele ai lavoratori temporanei.
“Al settore agricolo è chiesto di sostenere la situazione di emergenza, tuttavia molti nodi problematici verranno al pettine, come sicuramente quello del reperimento della manodopera”, sottolinea il presidente di Cia, Dino Scanavino. “Molte aziende si accingono alla raccolta di importanti prodotti di stagione che rischiano di rimanere nei campi e nelle serre”.
“Se lo stato di emergenza dovesse prolungarsi – aggiunge Dino Scanavino – e non si attivano strumenti e meccanismi veloci per aiutare le aziende agricole ad assumere lavoratori rischiamo che già dalle prossime settimane non arrivi il prodotto sugli scaffali”.
Gabriele Carenini – Presidente Cia Piemonte