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Chicchi di grandine sempre più grossi
Scritto il 12-09-2019 da Ufficio stampa | Categoria: ambiente
Una ricerca dell’Università di Monaco e del German Aeropsace Center, riportata dal portale specializzato 3BMeteo.it, rivela che tra il 1979 ed il 2016 i casi di grandine con “chicchi” il cui diametro supera i due centimetri sono diventati più frequenti.
Gridare subito alla “catastrofe” (che in alcuni casi, purtroppo, è reale), quando una grandinata colpisce qualche territorio del vino, non é sempre opportuno ed appropriato – a volte le valutazioni precipitose, e in negativo, possono fare più male della grandine stessa -, ma è indubbio che il numero delle grandinate “catastrofiche” é aumentato in modo allarmante.
Gli studi più accreditati mettono in correlazione la maggior frequenza degli eventi meteo estremi, tra cui le forti grandinate, con il riscaldamento globale che, come é ormai certo, è dovuto in maniera significativa all’intervento umano.
Utilizzando i combustibili fossili (carbone, petrolio e gas naturale), l’uomo ha immesso nell’atmosfera una crescente quantità di gas – come l’anidride carbonica, il metano e il protossido di azoto – che modificano la composizione chimica della stessa e incrementano l’effetto serra naturale,
Per contrastare il fenomeno del surriscaldamento globale, nel 1997 le Nazioni Unite hanno concordato il Protocollo di Kyoto, il quale prevede una serie di obiettivi vincolanti che gli Stati membri dovrebbero conseguire. Purtroppo l’attuale grado di avanzamento nel conseguire gli obiettivi previsti dal protocollo é per nulla soddisfacente.
Contrastare il riscaldamento del pianeta è prioritariamente compito degli Stati, ma anche i comportamenti individuali possono essere influire sul clima. E’ dovere di ognuno di noi avere un diverso approccio all’ambiente e al rispetto della natura.
Gabriele Carenini – Presidente Cia Piemonte