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Prima la siccità, poi le piogge torrenziali ed ora il caldo anomalo: colpa del clima che cambia
Scritto il 28-06-2019 da Ufficio stampa | Categoria: ambiente
Prima la siccità invernale, poi un maggio piovoso oltre ogni previsione, adesso l’ondata di caldo anomalo con temperature di una decina di gradi sopra la media. Della canicola soffrono soprattutto frutta, verdura e mais. Nel caso del mais i costi di produzione sono destinati ad aumentare a causa della maggiore frequenza con cui gli agricoltori dovranno irrigare i campi.
Il cambiamento climatico è una realtà che si manifesta con eventi meteo estremi, sempre più frequenti. Nella comunità scientifica c’è ormai un consenso pressoché unanime sul fatto che il cambiamento climatico derivi particolarmente dalle emissioni di gas serra, che stanno aumentando più rapidamente del previsto ed i cui effetti si stanno palesando prima di quanto si potesse supporre solo pochi anni fa.
Per scongiurare il riscaldamento globale occorre ridurre drasticamente le emissioni di gas serra, ma, come ha denunciato il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, in occasione dell’apertura ufficiale del COP24, tenutosi lo scorso dicembre a Katowice, in Polonia, “Anche se assistiamo a devastanti impatti climatici che causano il caos in tutto il mondo, non stiamo ancora facendo abbastanza, né ci muoviamo abbastanza velocemente”.
Un comparto produttivo molto sensibile e vulnerabile ai cambiamenti climatici è l’agricoltura, essendo per sua natura un’attività che, svolgendosi in gran parte all’aperto, risente subito di anomalie climatiche e repentini mutamenti delle variabili ambientali.
I cambiamenti climatici non solo stanno provocando, tra siccità ed alluvioni, molti danni alle produzioni agricole, ma incidono anche sull’equilibrio biologico dell’agroecosistema, causando la comparsa di specie patogene alloctone, ovvero estranee alla fauna e flora dei nostri territori. Gli esempi sono molteplici: la Cimice asiatica, la Drosophila suzukii, la Xylella (solo per citare i più famosi), sono tutti organismi considerati alieni, ossia estranei all’ambiente, colonizzatori di un territorio diverso dall’area di origine. Tali organismi, trovando condizioni ambientali favorevoli, hanno potuto proliferare adattandosi perfettamente al nuovo habitat.
Purtroppo i Paesi del mondo non stanno reagendo in modo adeguato e tempestivo per frenare i cambiamenti climatici. Il nostro auspicio è che venga ridata, prima che sia troppo tardi, nuova linfa all’accordo di Parigi del dicembre 2015, quando 195 Paesi, compresi i quattro più grandi inquinatori: oltre all’Europa, anche la Cina, l’India e gli Stati Uniti, si impegnarono a tagliare le emissioni di gas serra ed a limitare l’aumento della temperatura globale. Purtroppo molti Paesi sono venuti meno a quegli impegni.