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Nuovi impianti di Barolo e Barbaresco, la Cia di Cuneo scrive alla Regione
Scritto il 06-12-2017 da Ufficio stampa | Categoria: vino
A seguito dell’ultimo bando, sono state presentate circa trecentocinquanta domande di autorizzazione per l’impianto di nuovi vigneti di Nebbiolo da Barolo, per un totale di circa 140 ettari, ed una trentina di domande di autorizzazione per l’impianto di nuovi vigneti di Nebbiolo da Barbaresco, per un totale di 15 ettari.
La Cia di Cuneo ha inviato una lettera all’Assessore Regionale Ferrero e al presidente del Consorzio Pecchenino per esprimere le sue riserve sull’accoglimento di tali domande, elencando i punti critici e suggerendo alcune modifiche con l’obiettivo di tutelare la qualità del prodotto e il territorio in questione.
Di seguito l’opinione del Direttore della Cia di Cuneo e di alcuni produttori.
“Ci aspettiamo che il Consorzio e la Regione facciano un ragionamento sulle nostre riflessioni e non portino avanti un’idea a prescindere. La zona di riferimento è fragile. E’ necessario sedersi e studiare con cura una strategia. Ancora una volta vogliamo ribadire quanto sia importante mettere l’accento sulla qualità e non ragionare solo sui numeri”. Igor Varrone, Direttore Cia Cuneo.
“Non si può parlare solo di ettari in più o meno. E’ una zona che va governata vista la sua importanza per tanti motivi. E’ incredibile che si vogliano aumentare gli ettari con un costo della bottiglia che rimane invariato. Dovremmo lavorare per aumentare la qualità del prodotto e alzare il prezzo bottiglia. Con questo atteggiamento andiamo nella direzione opposta a discapito di chi oggi produce un prodotto di qualità”. Claudio Conterno – Vice Presidente Cia Cuneo.
“Così roviniamo ciò che faticosamente abbiamo costruito con dedizione e serietà. Il fatto che arrivi gente esterna che vuole salire sul “carro vincente” adesso non è tollerabile. Si sfrutta un filone che ora va per la maggiore. Si può investire in altri territori che devono crescere. Un oggetto è prezioso quando è raro. Non inflazioniamolo”. Elio Altare, produttore.
“Siamo conosciuti in tutto il mondo, patrimonio Unesco e si continua a ragionare in termini di quantità a parole da “primi della classe” e nei fatti poi seguiamo percorsi inversi. Rischiamo di fare come il Prosecco. Così facendo il Consorzio non rispetta il suo ruolo, non tutela e non valorizza il territorio”. Mariateresa Mascarello, produttore.
“Abbiamo scritto questa lettera perché la zona del Barolo e del Barbaresco vengano confermati perché ritengo che se un vino è prezioso è proprio perché la disponibilità non è tantissima. Ampliare le zone di produzione significa compromettere il suo prestigio. Vogliamo proteggere questa denominazione del mondo. Credo e spero che tutti i produttori condividano. Ne va della nostra reputazione”.Claudia Cigliutti, produttore.