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Recovery Fund: accordo chiave , sia per la ripresa dell’economia dopo il lockdown, sia per la tenuta sociale del sistema Europa. L’agricoltura rimanga centrale!
Scritto il 22-07-2020 da Ufficio stampa | Categoria: Europa
Recovery Fund: l’accordo è fondamentale, sia per la ripresa dell’economia dopo il lockdown, sia per la tenuta sociale del sistema Europa.
“Altrettanto importante è che il governo costruisca fin da subito un concreto progetto di rilancio del Paese, destinando le cospicue risorse comunitarie a misure e investimenti in settori strategici, come l’agricoltura e l’agroalimentare”. Così il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino, ha commentato il risultato raggiunto dal Consiglio Ue, che ha approvato il piano straordinario “Next Generation Eu” e il bilancio 2021-2027, destinando all’Italia 209 miliardi, vale a dire il 28% delle risorse complessive, di cui quasi 82 miliardi a fondo perduto.
L’agricoltura è sempre stata il simbolo dell’Europa, il primo settore ad avere una politica comune a tutti. “Ora le risorse assegnate alla nuova Pac, pur aumentando rispetto alle prime proposte della Commissione, subiranno una riduzione del 10% circa – ha continuato Scanavino– Per questo, è indispensabile che la diminuzione degli aiuti rispetto all’attuale programmazione possa essere controbilanciata e integrata da altre politiche e fondi Ue, considerato il ruolo primario dell’agricoltura per garantire l’approvvigionamento alimentare e per raggiungere l’obiettivo di un’Europa più verde, sostenibile e digitale”.
“L’Italia dovrà definire un piano nazionale, per implementare la riforma della Pac e che, valorizzando il lavoro degli agricoltori e il contributo ambientale, sociale ed economico che svolgono nelle aree rurali – ha evidenziato il presidente di Cia – preveda misure rivolte al mercato e un percorso verso la transizione verde in grado di sviluppare innovazione e competitività”.
E ha concluso: “Ancora più importante è far sì che i fondi del ‘Next Generation Eu’ per l’agricoltura, ovvero 7,5 miliardi destinati allo sviluppo rurale, possano essere utilizzati già con le norme in vigore e non dal 2022 con la riforma della Pac come indicato dalla Commissione, per dare alle imprese la possibilità di restare sul mercato e investire sul futuro, confermandosi uno dei volani del sistema economico europeo”