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Effetto Covid, in difficoltà export di cibo e bevande, serve grande piano di promozione
Scritto il 17-07-2020 da Ufficio stampa | Categoria: agroalimentare
Gli effetti della crisi globale da Covid-19 pesano sempre di più sulle esportazioni del Made in Italy alimentare. E’ quanto emerge dai dati Istat pubblicati ieri. Dopo il campanello d’allarme di aprile, nel mese di maggio cibo e bevande tricolori hanno perso il 12% annuo sui mercati esteri. Colpa del crollo generale dei consumi fuori casa, con le grandi difficoltà a ripartire di ristoranti, hotel, caffè e bar in tutto il mondo, ma anche dei problemi più generali del commercio a livello internazionale.
La flessione dell’export alimentare è ancora più forte (-15% su maggio 2019) se si considera soltanto il mercato Ue dove finiscono oltre i due terzi di cibo e bevande italiane spedite nel mondo. In forte calo sono tutti i nostri principali mercati di sbocco (-8% Germania; -11% Francia; -11% Usa; -22% Giappone; -25% Spagna), ad eccezione del Regno Unito (+7%).
Per ora la forte spinta dei primi tre mesi del 2020 e la riduzione delle importazioni consentono ancora di poter contare su una crescita totale annua importante (+4% il periodo gennaio-maggio) e di chiudere il saldo commerciale in avanzo. Ma è chiaro che, per rilanciare il Made in Italy alimentare sui mercati esteri, dopo il freno imposto dall’emergenza, c’è bisogno di fare di più. Serve un grande piano nazionale di promozione, unitario e tempestivo, assieme a strategie commerciali innovative che puntino sempre di più sui canali digitali.