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Dimissioni in Consiglio Direttivo dell’ATC Novara 1 e 2
Scritto il 06-07-2020 da Cia Piemonte | Categoria: fauna selvatica
Lunedì 6 luglio i sei rappresentanti delle Associazioni agricole, unitamente a due espressi dal Comune di Novara e ad un rappresentante espresso dal mondo venatorio, nove in tutto sui venti previsti dalla legge, hanno rassegnato le dimissioni dal Consiglio Direttivo dell’Ambito Territoriale di Caccia (ATC) Novara 1 e 2.
Le ragioni di questa scelta sono da addebitare espressamente all’atteggiamento ed alle scelte assunte, fin dal suo insediamento in qualità di Presidente, da Filippo Caccia.
Un atteggiamento che lo ha visto rappresentare una sola parte dei soggetti presenti in ATC, sostanzialmente un’associazione venatoria, senza alcuna forma di rispetto delle regole dettate dallo Statuto degli ATC e dalle richieste provenienti dal mondo agricolo sulla necessità di assumere adeguate iniziative a tutela della produzione primaria, terra di conquista della fauna selvatica.
Fin dal primo giorno di insediamento quando, senza alcun tipo di consultazione con il Comitato Direttivo in carica, ha deciso di interrompere la collaborazione con la Provincia di Novara al piano di contenimento dei cinghiali, il sig. Caccia ha assunto in solitudine, e senza nessuna forma di consultazione con il Comitato Direttivo, decisioni che imponevano, per ragioni formali e sostanziali e per il rispetto dovuto alle parti, il pieno coinvolgimento dei consiglieri chiamati a svolgere le loro funzioni.
Il consiglio direttivo non può essere il luogo in cui si ratificano decisione già assunte dal presidente come avvenuto in questi due anni.
Non è stata tenuta in alcuna considerazione le scelta di indirizzo della Regione Piemonte, e del precedente Comitato, di coadiuvare e collaborare con la provincia nel contenimento dei cinghiali, di mantenere un’unica sede rispetto alle due attuali (scelta già deliberata) per ottimizzare i costi di gestione e razionalizzare l’impiego del personale. In tutte le sedi in cui le istituzioni preposte, Provincia e Prefettura, si sono prodigate per trovare soluzioni condivise per il controllo della fauna selvatica, il Presidente dell’ATC, accompagnato da un legale, consulente pagato dell’ATC medesima, ha sempre sollevato questioni per contrastare le iniziative proposte.
Offensiva è stata la scelta di convocare il Comitato Direttivo, in piena emergenza Covid 19, in modalità che escludevano ogni forma di consultazione e discussione, per rispondere all’ istanza sottoscritta da 8 consiglieri (come previsto dall’ art. 7 dello Statuto dell’ATC) in cui si richiedeva la discussione di specifici argomenti.
I consiglieri dimissionari hanno comunicato le ragioni delle proprie dimissioni anche alla Regione Piemonte e alla Provincia di Novara affinché possano intervenire per ristabilire tempestivamente il corretto funzionamento dell’organo di rappresentanza e gestione dell’ATC No 1 e No 2.
Il Presidente Cia Piemonte Gabriele Carenini condivide le ragioni che hanno portato alle dimissioni di cui sopra e afferma quanto segue: gli ATC devono essere strumenti volti all’ascolto della parte agricola, che più di tutti è penalizzata dal problema della proliferazione incontrollata di fauna selvatica, la quale sta saccheggiando, da ormai troppo tempo, i nostri raccolti. Il mancato ascolto della parte agricola da parte della Presidenza di tale ATC – sottolinea Carenini – non è affatto tollerabile. Di conseguenza, le dimissioni sono più che giustificate e sono utili a rimarcare quanto sia fondamentale dare maggiore attenzione al problema dei danni generati da fauna selvatica.