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Cinghiali, serve un piano di emergenza straordinario per contenerne la proliferazione
Scritto il 30-07-2020 da Ufficio stampa | Categoria: fauna selvatica
Il Consiglio regionale del Piemonte ha dato il via libera ad un provvedimento che prevede l’estensione dell’uso di mezzi motorizzati su strade comunali e vicinali non solo ai soggetti incaricati ad esercitare operazioni di controllo faunistico e al prelievo venatorio, ma anche a chi svolge attività venatoria (solo per il cinghiale).
Tecnicamente, si tratta delle “Modifiche alla legge regionale 2 novembre 1982, numero 32, Norme per la conservazione del patrimonio naturale e dell’assetto ambientale”, che oggi impedisce appunto l’accesso a queste particolari strade da parte di chi esercita attività venatoria.
Il provvedimento é un piccolo passo in avanti, ma non è evidentemente risolutivo rispetto ad una situazione sempre più grave. Quel che serve é un vero piano di emergenza straordinario per contenere la diffusione di questi animali.
“Se già prima dell’emergenza Coronavirus, gli animali selvatici provocavano danni alle attività agricole – spiega Gabriele Carenini, presidente di Cia Piemonte – ora il problema è aumentato in modo esponenziale. Cinghiali e caprioli stanno prendendo il sopravvento nelle campagne”.
“Riceviamo ogni giorno decine e decine di segnalazioni di cinghiali e caprioli che devastano i campi. Se non si interverrà prontamente – aggiunge Carenini – molti coltivatori saranno inevitabilmente costretti ad abbandonare alcune aree del Piemonte. Chiediamo che vengano predisposti piani di contenimento efficaci. La consistenza di cinghiali e degli ungulati va ricondotta in fretta entro accettabili livelli di sostenibilità territoriale ed ambientale”.
“A tal fine – conclude Carenini – la Cia-Agricoltori italiani ha presentato al Parlamento una proposta di modifica della legge 157/92 ‘Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio’. Il tema non è più proteggere specie sull’orlo dell’estinzione, ma controllare popolazioni sempre più numerose. E’ assolutamente necessario che l’Italia adotti una legge sulla gestione faunistica in linea con le migliori esperienze europee”.