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Puntuale, come ogni anno, con l’arrivo delle greggi in quota, è scattato il primo attacco dei lupi
Scritto il 30-06-2020 da Ufficio stampa | Categoria: fauna selvatica
Stavolta più che una normale predazione è stato un massacro quello che si è consumato in alta Val Chisone, tra Pian dell’Alpe e l’Assietta, sulle montagne di Usseaux dove, appena qualche ora prima, era salita la mandria di un allevatore del Canavese. Da una prima ricostruzione sembra che i lupi abbiano azzannato e ucciso una quarantina di pecore che erano rinchiuse all’interno di un recinto.
I lupi sono arrivati a formare dei pericolosi branchi territoriali da cui é difficile difendersi. Le misure di prevenzione, recinzioni elettrificate e cani da difesa, sono per lo più inefficaci e solo in alcune situazioni utilizzabili.Gli allevatori ed i malgari sono al limite della sopportazione. I lupi rappresentano un forte elemento di criticità per coloro che svolgono attività pastorali ed allevatoriali sulle Alpi piemontesi. Nessun rimborso può ripagare i pastori e gli allevatori del danno subito, dello stress imposto, del venir meno del senso del proprio lavoro.
“A fronte di una densità di lupi tale da generare situazioni che fanno venir meno la sicurezza delle popolazioni e rappresentano una fonte costante di danno per le attività economiche – sottolinea il Presidente regionale della Cia Gabriele Carenini – nessuno può voltare la faccia dall’altra parte. Il lupo ormai spadroneggia nelle valli e scende anche nei centri abitati, mettendo a rischio non solo gli animali, ma le persone, gli escursionisti, i camminatori. Così come per la fauna selvatica, il lupo va gestito e non solo protetto. Bisogna riportare in equilibrio il rapporto tra uomo e natura, attraverso azioni preventive e piani di contenimento, altrimenti la protezione dei predatori finirà per portare all’estinzione i pastori”.