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Temporali e grandinate a ripetizione in Piemonte, gravi danni alle colture ed al territorio
Scritto il 18-06-2020 da Ufficio stampa | Categoria: Calamità atmosferiche
Questo giugno è stato contrassegnato da violenti nubifragi, accompagnati spesso da forti grandinate, che hanno danneggiato gravemente le colture agricole, ingrossato fiumi e torrenti, allagato i campi, interrotto strade interpoderali e vicinali e messo a dura prova un territorio già di per se fragile. La Cia tramite i suoi tecnici ha immediatamente avviato una ricognizione su tutto il territorio regionale al fine di verificare l’entità dei danni.
A causa del progressivo riscaldamento globale e dell’aumento delle temperature medie anche in Italia si osserva un trend all’incremento di violenza dei temporali e della frequenza delle super grandinate che ormai non sono più da considerare dei fenomeni straordinari, ma la normalità e sempre più spesso si alternano a lunghi periodi di siccità.
Questo anomalo andamento climatico, che richiede per essere contrastato soluzioni coordinate a livello internazionale, pone nell’immediato al nostro Paese alcune esigenze inderogabili: un piano per la messa in sicurezza del territorio, di cui si sottolinea l’importanza ogni volta che si verificano delle emergenze salvo poi non fare nulla quando le emergenze sono finite. Polizze assicurative che tutelino più adeguatamente il lavoro nei campi contro le conseguenze di eventi atmosferici che possono pregiudicare il buon andamento e la crescita di un’azienda agricola. Ed infine interventi per conservare l’acqua quando cade in abbondanza per poterla rilasciare poi durante i mesi in cui manca. A tale scopo occorre definire al più presto un piano di invasi per gestire in maniera efficiente le risorse idriche. Non solo grandi dighe, ma anche piccoli sbarramenti.
Uncem Piemonte, l’Associazione dei Comuni montani, ed Arpiet (l’Associazione regionale piemontese delle imprese esercenti trasporto a fune in concessione) nel 2016 avevano realizzato uno studio di fattibilità volto alla realizzazione di 22 invasi, tutti in media dai 50 ai 100 mila metri cubi d’acqua. La proposta aveva raccolto larghi consensi, ma non se ne è fatto nulla.
Si è stimato che in Italia si intercetta solo l’11% dei 300 miliardi di metri cubi annui di acqua piovana. La presenza di nuovi bacini garantirebbe lo stoccaggio di una percentuale maggiore di acque meteoriche, creando una riserva idrica non solo per l’agricoltura, ma per tutti, cittadini ed imprese.L’acqua è preziosa e non deve essere sprecata.
Gabriele Carenini – Presidente Cia Piemonte