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Le proposte della Cia di Asti per recuperare la mano d’opera
Scritto il 11-05-2020 da Ufficio stampa | Categoria: coronavirus
“L’emergenza Covid ha reso tutto più complicato – denuncia Alessandro Durando, vice Presidente regionale e presidente della Cia di Asti -. Gli stagionali che sono rientrati nei paesi d’origine sono bloccati. Serve forza lavoro e la politica, per una volta, potrebbe smettere di fare campagna elettorale”. La Cia ha deciso di muoversi in autonomia. “Non possiamo più aspettare – aggiunge Durando – e con l’Associazione Piam siamo pronti ad offrire manodopera specializzata alle aziende agricole”. Rifugiati o richiedenti asilo pronti ad entrare in azione. “Ragazzi che hanno imparato il lavoro – annota Durando -. Persone che credono nella dignità del lavoro felici di lavorare al fianco degli agricoltori astigiani”.
La Cia ha cercato una risposta all’emergenza manodopera, ma per Durando :“serve il legislatore. Servono regole chiare, ma ampie. Non possiamo pensare che le aziende agricole siano tutte uguali. Alcune possono far fronte alle necessità con i voucher. Altre con assunzioni dirette di stagionali. Altre ancora affidandosi alle cooperative. Servono più possibilità, ben normate, per poter permettere agli agricoltori di scegliere”. “La prima grande complicazione arriva dai numeri. Numeri che non ci sono visto che ad oggi non esiste una statistica ufficiale della domanda e dell’offerta. Le stime dicono che ogni anno, nell’Astigiano, servano dai 3 ai 4 mila braccianti. Stime, non statistiche, che rendono l’organizzazione dell’incontro tra domanda e offerta più complicato. Ogni associazione di categoria ha un suo portale per far incontrare domanda ed offerta, ma mancano dati centrali”.