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Robiola dop di Roccaverano, l’allarme del Consorzio: “Invenduto l’85%, latte buttato quasi al 100%”
Scritto il 05-04-2020 da Ufficio stampa | Categoria: zootecnia
Forme di formaggio invendute per l’85% e latte ovino e caprino buttato o, in minima parte, venduto a bassissimo costo. In tempo di Covid -19 anche la situazione del piccolo, ma prezioso, comparto della Robiola dop di Roccaverano, formaggio cult della Langa tra Acquese e Astigiano, è drammatica. Il grido di allarme viene dal Consorzio che raggruppa i produttori del tipico formaggio langarolo. Lo stesso grido di allarme arriva da un altro Consorzio, quello della Dop del Murazzano.
Fermi i ristoranti, chiusi i mercati rionali e i mercatini che, con l’arrivo della primavera, torna(va)no a animare le sagre di paese che erano i canali preferenziali di distribuzione della Robiola dop e del Murazzano dop, i due Consorzi devono fare i conti con una preoccupante flessione degli ordini. Gli esercizi che ancora non hanno abbassato la saracinesca sono difficili da rifornire a causa delle ristrettezze sugli spostamenti. Rimangono aperti i supermercati, ma la concorrenza con altri formaggi italiani e stranieri è forte.
I produttori lanciano un accorato appello: “Abbiamo bisogno di tutti: rivenditori, consumatori, comunicatori, istituzioni. Dobbiamo tornare a vendere i nostri formaggi per salvare il lavoro delle famiglie e i territori”.
“La Cia del Piemonte –dichiara il Presidente regionale della Cia Gabriele Carenini – non solo è solidale con i produttori, ma si farà parte attiva presso le Istituzioni perché sostengano questi produttori e queste produzioni. L’allevamento e la trasformazione del latte sono due leve importanti ed irrinunciabili per mantenere la vita e le tradizioni della Langa”.
“E’ indispensabile -aggiunge Alessandro Durando, presidente di Cia Asti e vice presidente di Cia Piemonte – attivare una strategia per scongiurare la distruzione del prodotto e assicurare la continuità stessa delle aziende che sono “presidi” di lavoro sviluppo nei piccoli centri rurali della Langa Astigiana e della Val Bormida, luoghi di “resistenza contadina” che vanno preservati perché rappresentano un bene comune. Pensiamo ad un accordo, supportato dalla Regione, in cui la grande distribuzione si impegna ad acquistare partite di prodotto da proporre ai consumatori ad un prezzo ‘politico’”.
Tramite il sito del Consorzio di tutela (www.robioladiroccaverano.com) si possono avere tutti gli estremi per il reperimento del prodotto.