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Emergenza Covid 19: pubblicato il rapporto ISMEA sulla domanda e l’offerta dei prodotti alimentari nelle prime settimane di diffusione del virus
Scritto il 06-04-2020 da Ufficio stampa | Categoria: agroalimentare
All’indomani delle misure restrittive adottate dal Governo italiano in risposta all’epidemia di Covid-19, l’ISMEA ha tempestivamente avviato un monitoraggio delle filiere agroalimentari, analizzando l’evoluzione delle principali variabili dei mercati nelle diverse fasi di scambio (origine, ingrosso e dettaglio). Il rapporto è articolato in un’analisi dei trend dei consumi delle famiglie italiane, un’analisi di dettaglio sulla situazione di mercato e dei prezzi di tutte le filiere agroalimentari e riporta i primi risultati di un’indagine ad hoc sviluppata in questi giorni su un panel di imprese agricole e alimentari.
L’analisi restituisce l’immagine di un settore che, con l’eccezione rappresentate dal florovivaismo e dalla pesca, risente meno della situazione di crisi e, pure nella necessità di affrontare numerose criticità, è ancora sotto controllo in termini di tenuta e capacità di garantire l’approvvigionamento dei mercati finali. Tuttavia, la veloce evoluzione del contesto, anche a livello internazionale, potrebbe rapidamente mutare gli scenari in cui stanno operando i settori. Già rispetto alle prime settimane di crisi analizzate nel Rapporto, la situazione complessiva è mutata in maniera anche radicale.
La progressiva chiusura del canale Horeca, non solo a livello nazionale ma anche internazionale, ad esempio, ha sottratto un canale di sbocco importantissimo per i prodotti di posizionamento alto e medio-alto (per esempio vino o formaggi) e che assorbe percentuali rilevanti dei flussi complessivi di export.
In ottica prospettica potrebbero poi palesarsi ulteriori difficoltà. Nelle imprese comincia a essere problematica la carenza di manodopera, a cui si aggiungono criticità a livello di logistica e trasporti. Inoltre la paventata chiusura delle frontiere di alcuni Paesi esteri potrebbe causare problemi per l’approvvigionamento di materie prime da trasformare o di prodotti finiti per il quale il nostro Paese non è autosufficiente.