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L’Europa spalanca le porte anche al riso vietnamita
Scritto il 19-02-2020 da Ufficio stampa | Categoria: Coltivazione erbacee
Il Parlamento europeo ha dato il via libera definitivo all’accordo di libero scambio tra Ue e Vietnam che comporterà l’ingresso a dazio zero di 20mila tonnellate di riso semigreggio, 30mila tonnellate di lavorato e 30mila tonnellate di riso aromatico. L’accordo non prevede l’approvazione dei Parlamenti Nazionali.
E’ un altro colpo basso assestato dall’Europa ad una delle nostre eccellenze produttive ed un intollerabile lasciapassare a chi sta sul mercato in modo scorretto e fa della violazione sistematica dei diritti umani e sindacali il suo modus operandi.
L’accordo con il Vietnam, a fronte di alcuni potenziali benefici per alcuni comparti, porta una penalizzazione insostenibile verso i produttori di riso europei. Anche perché l’apertura al Vietnam si aggiunge all’esclusione del riso dall’elenco dei prodotti importati dalla Cambogia su cui applicare la sospensione delle agevolazioni tariffarie previste per i Paesi Eba. Negli ultimi anni, sui mercati europei sono entrate enormi quantità di riso orientale, mettendo spalle al muro e in enorme difficoltà numerosi agricoltori nostrani, azzoppati da una concorrenza al ribasso.
La Cia ha lanciato l’allarme: se l’Europa non darà seguito alle richieste formulate in modo compatto, senza distinzioni, dal governo italiano, dalle regioni più interessate alla risicoltura e dalle organizzazioni agricole, nel giro di pochi anni potrà addirittura essere messa in discussione la coltivazione del riso in Europa e l’Italia sarà il Paese che pagherà il prezzo più alto.
L’Italia è infatti il principale produttore di riso in Europa e su un’area di 220mila ettari con 4mila aziende agricole che raccolgono 1,40 milioni di tonnellate di riso all’anno pari a circa il 50% dell’intera produzione Ue, con un’ampia gamma varietale.