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Uso di fitofarmaci, necessario un approccio razionale e responsabile al problema
Scritto il 16-01-2020 da Ufficio stampa | Categoria: ambiente
Dopo il comune di Malles (Bz) nel 2014, ci ha provato anche il Comune di Conegliano (terra del Prosecco) ad indire un referendum antipesticidi. Anche questa seconda iniziativa referendaria è stata giudicata non ammissibile dal ministro dell’Interno, in quanto nessun Comune ha le competenze giuridiche per proibire qualcosa di autorizzato da quadri normativi di ordine superiore. In tal caso Europa e Italia. Oltre alla ragioni giuridiche è comunque surreale che cittadini extra-agricoli si sentano autorizzati a decidere che cosa possano o non possano fare gli agricoltori nei propri vigneti.
Gli agrofarmaci (impropriamente definiti “pesticidi”), in analogia con quanto avviene con i farmaci utilizzati nella medicina umana, sono di estrema utilità per tutelare le colture agrarie e il bestiame da parassiti, patogeni e malerbe. L’importante è che se ne faccia un uso responsabile. Come per altro fanno gli imprenditori agricoli, non solo perché sono “affezionati” alla terra che dà loro lavoro e reddito, ma anche perché gli agrofarmaci sono costosi ed incidono notevolmente sui costi di produzione.
Gli agricoltori italiani sono oggi sempre più professionali nell’uso dei fitofarmaci come si deduce dalla graduale diminuzione nei quantitativi totali utilizzati. Diminuzione che si deve in parte anche alla sintesi di nuove molecole ad impatto ambientale sempre più ridotto ed attive a dosi sempre più basse.
Senza fitofarmaci (tra cui i prodotti rameici ampiamente utilizzati nelle produzioni biologiche) la produzione italiana di vino potrebbe crollare del 50%, mettendo in crisi un settore più che mai strategico per il nostro export. Ciò dovrebbe rendere più che mai cauti nel proporre l’eliminazione totale dei fitofarmaci, che metterebbe in ginocchio l’intero settore agricolo, ed in primis l’agricoltura biologica.
Per questo é auspicabile un approccio razionale, responsabile e non demagogico ad una tematica delicata e complessa, in cui è purtroppo facile introdurre elementi mistificatori e speculativi.