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Presto il varo dell’etichetta “a batteria” per contrastare il “Nutriscore” francese, la proposta é stata notificata alla Commissione Ue

Scritto il 28-01-2020 da Ufficio stampa | Categoria: Etichette

Il Nutriscore é diventato un tema di scontro politico in Italia. Un importante parlamentare ha dichiarato che “c’é qualche genio a Bruxelles che sta portando avanti un progetto che si chiama Nutriscore”. Gli ha risposto Paolo de Castro, vice presidente della Comagri dell’Europarlamento: “Il Parlamento europeo non intende introdurre un bollino rosso sul valore nutrizionale degli alimenti, in particolare sulle nostre eccellenze alimentari come il Grana Padano, il Prosciutto di Parma o la Coppa Piacentina”.

Il “Nutriscore”non é un’iniziativa europea, ma una “warning label” creata dalla Francia ed adottata anche da Spagna, Belgio e Germania, senza un preventivo confronto con gli altri Stati membri. La Commissione Ue non si è ancora espressa in merito.

La Cia ritiene che solo una legislazione unica a livello di Ue infatti possa affrontare adeguatamente l’importante tema delle indicazioni nutrizionali in etichetta, mettendo fine ai sistemi che semplificano eccessivamente le informazioni, come il “Nutriscore” francese.

Il “Nutriscore” è un sistema che commette l’errore di differenziare i cibi tra ‘buoni’ e ‘cattivi’, condizionando le scelte di chi acquista e paradossalmente facendo il gioco dei produttori extra-europei. Del resto, come spiegare che su Grana Padano e olio d’oliva extra vergine venga posto un bollino rosso, perché considerati prodotti non salutari, e su una bibita gasata light il bollino verde, promuovendola a pieni voti.

L’Italia è pronta con una sua proposta alternativa: si chiama etichetta “a batteria” e sposta l’attenzione non sul singolo prodotto in sé, ma sul suo ruolo all’interno della dieta. Per ogni porzione di formaggio, di bibita o di cibo pronto, la batteria indica quanta “carica” di grassi si può ancora consumare nella giornata senza eccedere le dosi consigliate dai dietologi. La tesi dietro questa scelta è che nessun prodotto fa male in sé: fa male solo se ne mangiamo troppo. La sperimentazione dell’etichetta “batteria”, secondo le valutazioni dei tecnici ministeriali, é perfettamente riuscita ed é quindi è pronta a fare il suo ingresso nel sistema alimentare italiano. La proposta é stata notificata alla Commissione europea.  

Non mancano però i dubbi, sollevati dagli addetti ai lavori. Alcuni Consorzi di tutela di prodotti dop ed igp ritengono che i loro prodotti non abbiano bisogno di un logo ulteriore per imporsi per il loro valore. Secondo questi Consorzi inserire le eccellenze dell’agroalimentare italiano in qualsiasi sistema nutrizionale facoltativo significa banalizzarle e creare confusione nella testa dei consumatori.

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