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La Cia del Piemonte di fronte alle sfide che nel 2020 attendono il mondo agricolo. Intervista al Presidente regionale Gabriele Carenini

Scritto il 10-01-2020 da Ufficio stampa | Categoria: Cia

Presidente, quali sono gli obbiettivi della Cia del Piemonte per questo 2020?

La nostra priorità assoluta rimane quella di migliorare la redditività e la competitività delle aziende agricole. Per questa ragione continueremo a batterci anche nel 2020 perché la politica riconosca nei fatti, e non a parole, il ruolo essenziale dell’agricoltura per la rinascita economica e sociale del nostro Paese e le assicuri i sostegni necessari.

Bastano le solo vostre forze? 

Ovviamente no. Per raggiungere questi obbiettivi è necessario realizzare un processo partecipativo in cui siano coinvolti sia le rappresentanze del mondo agricolo, sia le Istituzioni, ciascuno nella propria autonomia. Non è facile integrare punti di vista che talvolta possono essere differenti, non solo tra le rappresentanze del mondo agricolo e le Istituzioni, ma tra le stesse rappresentanze del mondo agricolo, ma la ricerca di intese deve essere perseguita con tenacia e determinazione nell’interesse del settore.

Quali sono i principali problemi sul tappeto?

Tra non molto si aprirà il cantiere per costruire il Psr del futuro, che costituirà il principale strumento operativo di programmazione e finanziamento per gli interventi nel settore agricolo, forestale e rurale sul territorio regionale. Occorre che la partita venga gestita nella massima unione di forze e intenti per valorizzare, salvaguardare, rafforzare la produzione primaria e ridare agli agricoltori forza e centralità. Oltre alla costruzione del nuovo Psr, ci sono molte altre questioni sul tappeto: dalla gestione della fase finale del Psr 2014/2020, alla manutenzione del territorio, dal contrasto alla proliferazione della fauna selvatica alle politiche di settore, dai progetti di filiera allo sviluppo della ricerca e dell’innovazione, dalla semplificazione burocratica, al ricambio generazionale, alla salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità. Su tutte queste questioni svilupperemo delle iniziative.

C’è poi anche il grande tema dei cambiamenti climatici……

E’ vero, i cambiamenti climatici non solo stanno provocando, tra siccità ed alluvioni, molti danni alla produzione agricola, alle strutture e alle infrastrutture agricole, ma incidono anche sull’equilibrio biologico dell’agroecosistema, causando la comparsa di specie patogene e parassiti alloctone, ovvero estranee alla fauna e flora dei nostri territori. Gli esempi sono molteplici: la Cimice asiatica, la Drosophila suzukii, la Xylella (solo per citare i più famosi), sono tutti organismi considerati alieni, ossia estranei all’ambiente, colonizzatori di un territorio diverso dall’area di origine. Tali organismi, trovando condizioni ambientali favorevoli, hanno potuto proliferare adattandosi perfettamente al nuovo habitat. La ricerca e la sperimentazione di metodi e tecniche innovative sono indispensabili per affrontare la sfida dei cambiamenti climatici in agricoltura.

Qual è il consuntivo delle iniziative della Cia nell’anno che si è appena chiuso?

Il 2019 è stato un anno molto denso di nostre iniziative. Da rimarcare in particolare il roadshow per presentare “Il Paese che vogliamo”, un progetto di riforma in cinque mosse, elaborato dalla Cia, che punta al rilancio delle aree interne, dove sono in aumento le difficoltà legate alla geografia del territorio ed ai ritardi in manutenzione e ammodernamento delle infrastrutture fisiche e digitali. Obbiettivo del roadshow rimettere gli agricoltori al centro, per far ripartire il Paese cominciando dalle aree rurali. Nel 2019 la Cia del Piemonte ha anche moltiplicato gli sforzi per richiamare l’attenzione delle Istituzioni sui problemi connessi alla proliferazione incontrollata della fauna selvatica, che é diventata una vera e propria emergenza ed é causa di epidemie, di incidenti alla popolazione e di gravi danni al settore agricolo. Un altro tema che sta molto a cuore, e non da oggi, alla Cia del Piemonte é lo sviluppo di un modello di agricoltura che garantisca un giusto reddito agli agricoltori, ma nel contempo sia rispettoso dell’ambiente. In quest’ottica la Cia del Piemonte, ha posto alla Regione l’esigenza di reperire le risorse necessarie per la prosecuzione delle misure agroambientali, che hanno trovato un ampio riscontro in termini di adesione da parte degli agricoltori ed hanno consentito di ridurre in modo drastico l’impiego di fitofarmaci e fertilizzanti e di ottimizzare il rapporto fra le esigenze ambientali e sanitarie e le esigenze economiche.

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