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Emergenza lupo, tavolo in Regione
Scritto il 15-01-2020 da Ufficio stampa | Categoria: fauna selvatica
In Piemonte si susseguono le predazioni e gli avvistamenti dei lupi. L’ultimo attacco è dell’altro ieri a Pramollo, in val Chisone. Tre lupi sono stati avvistati anche a Marentino a meno di 200 metri dalle abitazioni. L’allarme lupi si fa di giorno in giorno sempre più grave e la Regione si é convinta della necessità di convocare un tavolo per discutere del problema.
“Il lupo è un animale protetto ma, dalle segnalazioni che ci arrivano, con ogni probabilità il numero di branchi è in aumento – spiega Fabio Carosso, vice presidente della Regione Piemonte – per questo motivo abbiamo convocato i tavoli Stato-Regione, il primo per il 23 gennaio ad Asti e il secondo per il 31 a Torino”. Ed aggiunge “Il fenomeno delle predazioni e dei rischi anche per l’uomo non deve essere sottovalutato e per questo motivo manderemo una lettera anche ai prefetti”.
Quello della proliferazione dei lupi è un problema preoccupante, che Cia Agricoltori italiani del Piemonte per prima ha posto al centro dell’attenzione di politici e amministratori pubblici a tutti i livelli, invocando misure di contenimento ormai non più prorogabili.
I lupi incominciano a mettere in pericolo la sicurezza dei cittadini e rappresentano un forte elemento di criticità per coloro che svolgono attività pastorali ed allevatoriali in montagna. Le misure di prevenzione proposte, recinzioni elettrificate e cani da difesa, sono per lo più inefficaci e solo in alcune situazioni utilizzabili. Nessun rimborso, inoltre, può ripagare i margari ed i pastori del danno subito, dello stress imposto, del venir meno del senso del proprio lavoro.
“Di fronte a quanto sta avvenendo – rimarca Gabriele Carenini, presidente regionale di Cia Agricoltori italiani del Piemonte – nessuno può voltare la faccia dall’altra parte. Così come per la fauna selvatica, il lupo va gestito e non solo protetto. Bisogna riportare in equilibrio il rapporto tra uomo e fauna selvatica, attraverso azioni preventive e piani di contenimento”.
Sulle nostre montagne, se non si interviene per limitare la proliferazione dei lupi, i pastori ed i margari saranno costretti ad andarsene. Con grave danno per l’ecosistema montano