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L’Italia all’Ue: rimettere i dazi sul riso japonica di importazione
Scritto il 05-12-2019 da Ufficio stampa | Categoria: Coltivazioni erbacee
Ripristinare i dazi per le importazioni nell’Ue di riso tipo Japonica dalla Birmania. Lo ha chiesto il ministro delle politiche agricole Teresa Bellanova alla Commissione Ue accogliendo le istanze formulate nel Terzo Forum dal settore del riso dell’Unione europea. Ovviamente non si può confondere una richiesta con un risultato. Quest’ultimo é nient’affatto scontato.
Adottata la clausola di garanzia dopo anni di concorrenza sleale sul riso Indica cambogiano l’Europa viene ora invasa da migliaia di tonnellate di riso Japonica lavorato, che non paga dazio. Per altro pare che si tratti di varietà Japonica molto simili all’Indica.
Secondo i dati presentati, le importazioni di riso Japonica nella campagna 2018/19 hanno visto l’aumento delle importazioni a dazio zero del 213% (da 27mila a circa 86mila tonnellate) rispetto alla campagna precedente. Il riso Japonica rappresenta il 75% della produzione totale in Europa.
“La Commissione europea – commenta Paolo Carrà, presidente dell’Ente Nazionale Risi – può e deve agire tempestivamente, perché è minacciata una produzione tipica europea, qual è il riso Japonica. Bruxelles deve aprire un’inchiesta al fine di accertare le condizioni per il ripristino dei normali dazi della tariffa doganale comune anche per questo riso”.
Nel Forum di Bruxelles è stato ribadito che il riso deve essere considerato prodotto sensibile nelle transazioni commerciali per evitare che la coltivazione in Europa sia penalizzata. Il riso non è solo un prodotto importante per l’economia, in particolare per l’economia di regioni quali il Piemonte e la Lombardia, ma contribuisce in modo significativo a un equilibrato sviluppo dell’ecosistema e alla tutela della biodiversità, garantendo una gestione sostenibile delle acque.