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Iniziata a Madrid la conferenza sul clima. Un comparto produttivo molto sensibile e vulnerabile ai cambiamenti climatici è l’agricoltura
Scritto il 03-12-2019 da Ufficio stampa | Categoria: ambiente
Si è aperta a Madrid la 25/a Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Cop25). In un paio di settimane, fino al 13 dicembre, prima gli sherpa e poi i ministri dell’Ambiente dei 196 Paesi partecipanti (197 con l’Ue) affronteranno diverse questioni chiave, prima fra tutte alzare gli sforzi per ridurre i gas a effetto serra all’origine del riscaldamento globale e di fenomeni climatici estremi.
“La scienza da tempo ormai concorda sul fatto che il cambiamento climatico…..esiste – commenta il Presidente regionale della Cia Gabriele Carenini – ed è primariamente collegato alle emissioni umane di gas ad effetto serra, le quali sono a loro volta connesse ai consumi umani di energia di origine fossile. Un comparto produttivo molto sensibile e vulnerabile ai cambiamenti climatici è l’agricoltura, essendo per sua natura un’attività che risente subito di anomalie climatiche e di repentini mutamenti delle variabili ambientali”.
“I cambiamenti climatici non solo stanno provocando, tra siccità ed alluvioni, – continua Carenini – molti danni alla produzione agricola, alle strutture e alle infrastrutture agricole, ma incidono anche sull’equilibrio biologico dell’agroecosistema, causando la comparsa di specie patogene e parassiti alloctone, ovvero estranee alla fauna e flora dei nostri territori. Gli esempi sono molteplici: la Cimice asiatica, la Drosophila suzukii, la Xylella (solo per citare i più famosi), sono tutti organismi considerati alieni, ossia estranei all’ambiente, colonizzatori di un territorio diverso dall’area di origine. Tali organismi, trovando condizioni ambientali favorevoli, hanno potuto proliferare adattandosi perfettamente al nuovo habitat”.
“Quella dei cambiamenti climatici – concude Carenini – è una sfida che riguarda tutti e tutti devono fare la loro parte secondo le proprie possibilità. Purtroppo i Paesi del mondo non stanno reagendo in modo adeguato e tempestivo per frenare i cambiamenti climatici. Il nostro auspicio è che il Cop25 ridia nuova linfa all’accordo di Parigi del dicembre 2015, quando 195 paesi adottarono il primo accordo universale sul clima mondiale”.