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Dilaga la “chemiofobia”, ma non si investe abbastanza nella ricerca per trovare soluzioni alternative

Scritto il 05-11-2019 da Ufficio stampa | Categoria: ambiente

I problemi fitosanitari stanno crescendo progressivamente, anche a causa dell’arrivo di nuovi patogeni e parassiti che solo fino a pochi anni or sono erano percepiti come una curiosità aliena.

La diabrotica è ormai divenuta parte del paesaggio, ma dopo di lei sono arrivate altre “bestie nere” come la Popilia japonica, la Drosofila suzukii e la cimice asiatica, che più di ogni altro parassita sta preoccupando il comparto agricolo nazionale. Senza dimenticare la scarsità di soluzioni contro la Xylella fastidiosa.

Nel contempo sta crescendo l’avversione all’uso dei prodotti chimici quali insetticidi ed anticrittogamici, sia nei media, sia nei social e perfino fra i decisori di carattere pubblico. Talvolta la chemiofobia é giustificata, talvolta della chimica non si può fare a meno. Ma se davvero si vuole ridurre l’uso di prodotti chimici è necessario mettere a disposizione della ricerca più risorse per trovare soluzioni alternative.

Il settore agricolo è perfettamente d’accordo sulla necessità di ridurre l’uso della chimica, di produrre in maniera sostenibile, di salvaguardare il suolo, il paesaggio, la biodiversità degli ecosistemi, la qualità delle acque. Non solo é d’accordo, ma in questi ultimi anni ha compiuto notevoli sforzi per conciliare la produzione con l’esigenza di gestire in modo sostenibile le risorse naturali e di tutelare l’ambiente.  Soltanto con l’aiuto della scienza però le aziende agricole potranno proseguire il cammino virtuoso che hanno intrapreso.

Fra le tecnologie destinate a rendere le colture più sostenibili dal punto di vista ambientale, fondamentali sono quelle di miglioramento genetico, che traggono vantaggio dai progressi fatti in genetica vegetale grazie alla genomica. Le nuove tecniche di miglioramento varietale non ogm  sono la chiave per garantire un futuro alle piccole e grandi aziende agricole italiane. Investire di più nella ricerca in questo campo é indispensabile.

Un ruolo fondamentale nella strada verso la sostenibilità è svolto anche dall’agricoltura 4.0, che utilizza le tecniche e calibra le sostanze da usare in base alle caratteristiche dei singoli terreni (in termini di suoli, risorse idriche, colture e rischi ambientali) e a un monitoraggio in tempo reale delle condizioni meteorologiche per ottimizzare la produzione minimizzando gli sprechi e gli impatti sul pianeta.

Ma una condizione necessaria per garantire un’agricoltura sempre più sostenibile é che venga assicurata alle aziende agricole un’adeguata redditività per effettuare gli investimenti necessari. La sostenibilità economica è infatti il pilastro su cui poggia la sostenibilità ambientala del settore agricolo. Se accanto alla sostenibilità ambientale non si pone la questione della sostenibilità economica delle imprese agricole l’agricoltura non ha futuro. E purtroppo in questo momento per molti comparti la sostenibilità economica é una chimera. I prezzi all’origine di molti prodotti non coprono neppure i costi di produzione.

Gabriele Carenini – Presidente Cia Piemonte