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Abbruciamenti, cosi non va. Carenini chiede la riduzione del divieto: “normativa troppo rigida, produce danni”
Scritto il 15-11-2019 da Ufficio stampa | Categoria: ambiente
Agire velocemente e in modo sostanziale con un norma per modificare la legge che vieta gli abbruciamenti di residui vegetali, in bosco e nelle risaie da inizio novembre a marzo. E’ quanto chiede Gabriele Carenini, presidente regionale di Cia Agricoltori italiani del Piemonte, su istanza degli associati che in questo periodo si trovano in difficoltà con le restrizioni normative.
“La problematica riguarda soprattutto la castanicoltura – osserva Carenini -, perchè le aziende agricole, ad oggi, sono impossibilitate a bruciare i ricci e il fogliame all’interno del bosco, pena una pesante sanzione pecuniaria e una denuncia penale”.
Carenini spiega che si tratta di fuochi controllati e circoscritti a piccole aree, oltre che di una pratica tradizionale portata avanti da secoli nel territorio.
“L’abbruciamento dei residui post raccolta – dice ancora Carenini – ha valenza anche ambientale, in quanto, se lasciati in campo, verranno portati a valle dalle piogge, con conseguenze negative per l’integrità dei versanti, gli ecosistemi e la tutela del territorio. Alla Regione chiediamo una riduzione del periodo di divieto di due mesi, limitandolo dal 1 gennaio al 31 marzo”.