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Emergenza ambientale e cambiamenti climatici, se ne é discusso in un Consiglio Regionale aperto. Carenini: quella dei cambiamenti climatici è una sfida che riguarda tutti
Scritto il 15-10-2019 da Ufficio stampa | Categoria: ambiente
L’incalzare di enormi e inediti problemi ambientali determinati dai cambiamenti climatici procede infatti senza sosta, mettendo a rischio le future generazioni. Su questi temi si è tenuto oggi un Consiglio regionale aperto, richiesta dei ragazzi di “Friday for Future”, il grande movimento che negli ultimi mesi ha spinto migliaia di ragazze e ragazzi a riunirsi nelle piazze di tantissime città per rivolgersi ai governi, chiedendo a gran voce azioni concrete contro i cambiamenti climatici e reclamando il proprio diritto al futuro. Ha partecipato al Consiglio anche il Presidente regionale della Cia Gabriele Carenini che ha rappresentato il punto di vista della nostra Organizzazione.
Il governatore Alberto Cirio ha ricordato le principali scelte della sua Giunta in materia ambientale, dalla delibera per disincentivare l’uso della plastica negli eventi pubblici agli incentivi per favorire il riuso di suolo senza però fermarne il consumo, fino agli aiuti per la riqualificazione energetica degli edifici, “poiché’ il 50% dell’inquinamento dell’aria è legato alla vetustà degli impianti di riscaldamento.
I ragazzi di Friday for Future hanno abbandonato l’aula per protesta dopo aver sentito le repliche del presidente Alberto Cirio e degli esponenti di Fratelli d’Italia che negavano l’origine antropica dei cambiamenti climatici. Nel pomeriggio è anche mancato il numero legale prima che venisse votato l’ordine del giorno della maggioranza sull’ambiente (che però non prevedeva, a differenza di quelli della minoranza, il riferimento allo stato di emergenza climatica e ambientale).
“La scienza da tempo ormai concorda sul fatto che il cambiamento climatico…..esiste – commenta Carenini – ed è primariamente collegato alle emissioni umane di gas ad effetto serra, le quali sono a loro volta connesse ai consumi umani di energia di origine fossile. Un comparto produttivo molto sensibile e vulnerabile ai cambiamenti climatici è l’agricoltura, essendo per sua natura un’attività che risente subito di anomalie climatiche e di repentini mutamenti delle variabili ambientali”.
“I cambiamenti climatici non solo stanno provocando, tra siccità ed alluvioni, – continua Carenini – molti danni alla produzione agricola, alle strutture e alle infrastrutture agricole, ma incidono anche sull’equilibrio biologico dell’agroecosistema, causando la comparsa di specie patogene e parassiti alloctone, ovvero estranee alla fauna e flora dei nostri territori. Gli esempi sono molteplici: la Cimice asiatica, la Drosophila suzukii, la Xylella (solo per citare i più famosi), sono tutti organismi considerati alieni, ossia estranei all’ambiente, colonizzatori di un territorio diverso dall’area di origine. Tali organismi, trovando condizioni ambientali favorevoli, hanno potuto proliferare adattandosi perfettamente al nuovo habitat”.
“Quella dei cambiamenti climatici – concude Carenini – è una sfida che riguarda tutti e tutti devono fare la loro parte secondo le proprie possibilità. Purtroppo i Paesi del mondo non stanno reagendo in modo adeguato e tempestivo per frenare i cambiamenti climatici. Il nostro auspicio è che si ridia nuova linfa all’accordo di Parigi del dicembre 2015, quando 195 paesi adottarono il primo accordo universale sul clima mondiale”