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La grandine ha gravemente danneggiato i vigneti sulle colline di Langa, già pronti per la vendemmia
Scritto il 06-09-2019 da Ufficio stampa | Categoria: Maltempo
La previsioni sulla vendemmia vanno prese con le molle, abbiamo scritto ieri nel nostro sito, perché c’è sempre l’incognita tempo che può modificare radicalmente la situazione. E l’incognita tempo si è purtroppo materializzata ieri sera sulle colline di Langa intorno ad Alba, quando la grandine ha gravemente danneggiato, ed in alcuni casi distrutto, i vigneti ormai pronti per la vendemmia. I chicchi sono caduti soprattutto nella zona di Grinzane Cavour e Valle Talloria, Diano D’Alba, Madonna Como, San Rocco Seno d’Elvio e Treiso, ma anche a Santa Maria e Annuziata di La Morra.
I danni ai vigneti sulle colline di Langa si aggiungono a quelli causati dalle grandinate, dal forte vento e dai nubifragi che si sono abbattuti a macchia di leopardo sul Piemonte nel passato mese di agosto. E l’allerta meteo continua.
Questa prima parte del 2019 é stata contrassegnata in Piemonte da forti anomalie del meteo. Prima la siccità invernale, quindi un maggio piovoso oltre ogni previsione, a cui ha fatto seguito nei mesi di giugno e luglio un’ondata di caldo anomalo con temperature di una decina di gradi sopra la media. In agosto si sono abbattuti su molte zone del Piemonte, in rapida successione, violenti temporali accompagnati da fortissimi venti e da grandinate eccezionali per quantità e dimensione dei chicchi. Settembre è iniziato in maniera disastrosa. L’agricoltura, essendo un’attività che si svolge in gran parte all’aperto, é il settore che ha pagato il conto più salato per le bizzarrie del meteo.
Nella comunità scientifica c’è ormai un consenso pressoché unanime sul fatto che sempre la più frequente ricorrenza di fenomeni estremi nel nostro Paese – come siccità, ondate di calore, violenti nubifragi, alluvioni, inverni con scarsità di neve o con temperature tipicamente estive, periodi prolungati di freddo intenso – sia la conseguenza della tropicalizzazione del clima dovuta ai cambiamenti climatici.
Gli scienziati dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (Arpa) hanno analizzato i dati relativi alle temperature, precipitazioni e periodi di siccità raccolti sul territorio di tutte le province del Piemonte fin dagli anni ’50. Dal report si evince non solo che le temperature massime giornaliere sono aumentate di circa 2 gradi in soli 60 anni, ma anche che il ritmo del surriscaldamento sta incrementando ed ha ora raggiunto +0.6 gradi per ogni 10 anni.
Gli agricoltori saranno costretti ad investire sempre di più in strumenti assicurativi per mettere al sicuro il reddito delle proprie aziende e ciò comporterà un appesantimento dei bilanci aziendali. Inoltre la tendenza alla tropicalizzazione del clima “apparecchia” la tavola per l’arrivo e spesso la colonizzazione di nuove specie di insetti, provenienti sia dall’Africa, sia dall’Oriente. Una presenza che é fonte di ulteriori danni per le coltivazioni agricole.
Gabriele Carenini – Presidente Cia Piemonte