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Crisi pesche, prezzi bassi e costi in aumento
Scritto il 03-09-2019 da Ufficio stampa | Categoria: Ortofrutta
L’Italia è passata dall’essere campione indiscusso della peschicoltura continentale, protagonista con le sue pesche e nettarine nei supermercati di tutta Europa durante l’estate, al dover fare i conti con il nuovo campione: la Spagna.
Anche il Piemonte, che è la terza regione d’Italia per importanza nel comparto, paga per la concorrenza non sempre leale delle pesche spagnole. Soprattutto paga la provincia di Cuneo dove si concentra oltre l’80% delle coltivazioni di pesche e nettarine.
Sul mercato italiano i nostri produttori non riescono a spuntare buoni prezzi. La grande distribuzione preferisce rifornirsi in Spagna. La situazione è critica a livello del prodotto di prima scelta, ma lo è ancor di più per il prodotto destinato alla trasformazione industriale.
Il mercato russo era uno sbocco molto interessante per le pesche e nettarine, ma ora, con le sanzioni, i nostri produttori si devono dirigere verso Paesi come l’Austria, la Germania e quelli scandinavi, cercando di vincere la competizione con la Spagna che gioca al ribasso.
La risposta a questa difficile situazione non può che essere una migliore organizzazione dei produttori e la promozione dei nostri prodotti, ma anche la politica deve fare la sua parte dandosi da fare per aprire nuovi mercati e per limitare lo strapotere della grande distribuzione organizzata.
La Cia-Agricoltori Italiani ha espresso soddisfazione per l’approvazione in prima lettura alla Camera dei deputati della proposta di legge contro le aste a doppio ribasso e la vendita dei prodotti agricoli e agroalimentari sottocosto. Ora si augura che la crisi di governo non ostacoli la sua approvazione definitiva al Senato, magari introducendo eventuali elementi migliorativi.