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Montagna, negli ultimi anni migliaia di piccoli esercizi commerciali sono stati costretti ad abbassare le saracinesche: presidi del territorio che se ne vanno
Scritto il 12-08-2019 da Ufficio stampa | Categoria: montagna
Il senatore Mino Taricco ha presentato un’interrogazione parlamentare su un problema molto sentito da chi abita in montagna: la desertificazione commerciale. I piccoli negozi che chiudono non fanno male solo ai Comuni montani, ma incidono sull’intera tenuta del sistema economico e sociale della nostra Regione.L’interrogazione difficilmente avrà una risposta perché la legislazione si avvia alla fine, ma il problema resta.
Scrive Taricco: “Dal 2010 sono oltre 35.000 gli esercizi commerciali al dettaglio di piccole dimensioni – con una superficie cioè inferiore a 50 metri quadrati – che hanno chiuso, con percentuali più alte soprattutto nel settore commerciale “tradizionale”, vale a dire alimentari e abbigliamento, registrando tra le cause di tali situazioni l’eccessivo carico burocratico e fiscale, senza dimenticare che nel solo Piemonte oltre novanta sono i Comuni che non hanno più un esercizio commerciale e trecento i paesi a rischio, che potrebbero nel giro di qualche anno non avere più un bar o un esercizio. Le rappresentanze dei pochi operatori rimasti in molti territori lamentano un carico burocratico e di infrastrutturazione che non ha rapporti con l’operatività commerciale in queste comunità, e in questo momento sia la qualità della copertura di banda larga nei loro Comuni – ancora in larga parte assolutamente inadeguata – sia dell’ulteriore nuovo aggravio di costi determinato dalla firma del decreto ministeriale, avvenuta il 16 maggio scorso da parte del Ministro dell’Economia e delle Finanze in tema di obbligo della memorizzazione elettronica e trasmissione telematica dei dati degli incassi giornalieri – rischiano di dare il colpo mortale a quel processo di desertificazione commerciale purtroppo da tempo in atto”.
Taricco chiede “un intervento normativo per circoscrivere e definire le modalità in modo puntuale dell’attuazione dell’art.16 della L.97/94 concernente le agevolazioni fiscali per i piccoli imprenditori commerciali operanti in zone montane, che potrebbe veramente rappresentare uno strumento straordinario per ridare spinta a territori che rischiano una vera e propria desertificazione dei servizi, individuando anche i Comuni o le località o porzioni di Comuni interessate dall’applicazione della norma in oggetto”
“Un negozio in una comunità di poche centinaia di abitanti – commenta il Presidente regionale della Cia Gabriele Carenini – è un presidio di servizio pubblico e non può essere trattato come un ordinario esercizio commerciale, perché non lo è, e non dovrebbe essere considerato assoggettato alle medesime regole. Nei Comuni montani, il negozio è un ancoraggio della comunità. Luogo di aggregazione prima ancora che di acquisto. Anche i cittadini possono dare un contributo alla sopravvivenza dei piccoli negozi di montagna. Chi sceglie la montagna per terme, passeggiate, arrampicate, sciare, per una giornata di relax, non si porti da casa panino, acqua, salame, formaggio. Si fermi a comprarli nel negozio della piazza del paese. Si fermi e pensi al grande valore del suo gesto”.