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Profondo rosso per la produzione di miele nostrano
Scritto il 22-07-2019 da Ufficio stampa | Categoria: zootecnia
L’apicoltura italiana, a causa dell’andamento climatico avverso, con la siccità a marzo e il maltempo a aprile e maggio, sta vivendo una crisi drammatica. Nella prima parte della campagna 2019, informa Ismea, la sola produzione nazionale di miele di acacia e agrumi ha fatto registrare una contrazione del 41% rispetto alle attese. In termini economici ciò ha significato una riduzione dei ricavi per gli apicoltori pari a circa 73 milioni di euro.
Le perdite produttive per il miele d’acacia, il più richiesto dal mercato, stimate intorno ai 55 milioni di euro, hanno penalizzato soprattutto le regioni del Nord (Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia). In Piemonte la produzione di miele d’acacia é stata quasi nulla.
Per il miele di agrumi, la stima del danno si aggira intorno ai 18 milioni di euro, con una situazione critica in tutto il Mezzogiorno e perdite produttive tra il 40% e l’80%.
“In Piemonte il settore apistico – sottolinea il Presidente regionale della Cia Gabriele Carenini – negli ultimi anni ha avuto un notevole sviluppo sia per il numero di alveari allevati, sia per il numero di aziende attive. Dal 2001, anno in cui si registravano 2.701 aziende con 88.276 alveari allevati si è passati nel 2017 a 5.612 aziende che conducono 18.982 apiari con 199.315 alveari”.
“L’apicoltura è una preziosa risorsa dell’agricoltura piemontese – prosegue Carenini –, ma sta attraversando un momento molto difficile. La Regione valuti la possibilità, in considerazione della portata della crisi che coinvolge l’intero territorio nazionale, di investire del problema la conferenza Stato-Regioni al fine anche di valutare possibili interventi normativi in materia, a partire dalla legislazione vigente sulle calamità naturali. Le nostre migliori realtà produttive devono essere aiutate a sopravvivere”.