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L’accordo commerciale tra Ue e Giappone incomincia a funzionare
Scritto il 13-06-2019 da Ufficio stampa | Categoria: agroalimentare
Nel primo quadrimestre di quest’anno, le importazioni di prodotti agroalimentari italiani in Giappone sono cresciute di quasi il 13% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e rispetto ad una media di mercato che ha visto aumentare l’import totale di food&beverage di circa il 9%.
Il trend favorevole é frutto anche dell’Jefta, l’accordo di libero scambio entrato in vigore dal 1 febbraio scorso tra i paesi dell’Unione Europea e il Giappone, grazie al quale sono già stati eliminati i dazi sui vini e che porterà gradualmente all’azzeramento dei dazi vigenti (e delle altre barriere non tariffarie) su molti prodotti agroalimentari europei.
Il Giappone è il quarto mercato in ordine di grandezza per le esportazioni agricole comunitarie, che hanno un valore venti volte superiore a quello delle esportazioni giapponesi nell’Ue. Il Giappone, inoltre, si presenta come un mercato ‘ricco’, caratterizzato da consumatori molto esigenti, continuamente alla ricerca di prodotti di nicchia e di assoluta qualità e che hanno finora mostrato grande interesse nei confronti dell’eccellenza del Made in Italy agroalimentare.
Con il Jefta, infine, vengono riconosciute oltre duecento indicazioni geografiche europee di cui 45 italiane (nello specifico 19 per prodotti agroalimentari e 26 per vino e alcolici) che rappresentano il 90% del valore dell’export di prodotti agroalimentari a denominazione del nostro Paese.
Un neo dell’accordo riguarda alcune dop e igp italiane, con termini come Parmesan, Padano (ma non più «Grana»), Pecorino, Romano, Bologna che vengono considerati generici. Con il tempo bisogna arrivare a risolvere anche queste questioni.
Gli accordi commerciali, se ben gestiti e governati, rappresentano un’opportunità da cogliere, soprattutto in questo momento in cui dazi, innalzamento di barriere e ostacoli al commercio internazionale la fanno da padrone.