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L’elenco degli insetti “alieni” resistenti ai trattamenti e senza antagonisti si intensifica ogni anno, preoccupa l’invasione delle cimici asiatiche
Scritto il 19-06-2019 da Ufficio stampa | Categoria: ambiente
L’elenco dei parassiti, nuovi e resistenti, si intensifica ogni anno. Angelo Garibaldi, Presidente di AgroInnova, Centro di Competenza per l’Innovazione in campo agro-ambientale dell’Università di Torino, alla domanda quale parassita lo preoccupasse di più, ha risposto “Non uno in particolare, ma il loro continuo arrivo“.
Le principali cause della diffusione in Italia di insetti estranei agli ecosistemi nostrani sono la globalizzazione ed i cambiamenti climatici. “Perché con la globalizzazione – spiega Garibaldi -arrivano piante e semi da tutto il mondo: semi che sono prodotti in India, in Africa con costi molto inferiori“. Con i semi low cost arrivano anche i parassiti che si trovano a proprio agio nel nostro Paese proprio grazie a climi che una volta appartenevano ad altre latitudini e che ora sono la normalità anche da noi, proprio a causa dei cambiamenti climatici.
La batteriosi del kiwi, ad esempio, è arrivata dalla Cina ed ha provocato la distruzione di tremila ettari soltanto in Piemonte. Altri esempi di insetti alieni sono la Drosophila suzukii, la Xylella (solo per citarnee un paio tra i più famosi). Tutti questi organismi trovando nelle nostre campagne condizioni ambientali favorevoli hanno potuto proliferare.
In questo periodo desta molta preoccupazione soprattutto l’invasione delle cimici marmorate asiatiche che stanno creando gravi problemi nelle campagne, colpendo meli, peri, kiwi, ma anche peschi, ciliegi, albicocchi e orticole con danni che possono arrivare fino al 40% dei raccolti nei terreni colpiti. Contro questo insetto il ricorso agli agrofarmaci e ad altre sostanze chimiche si é rivelato del tutto inefficace. Il suo antagonista naturale é la cosiddetta vespa samurai, anch’essa originaria dell’Estremo Oriente. Ma l’antagonista delle cimice asiatica non ha potuto fino ad ora essere introdotto in Italia perché l’articolo 12 del decreto del presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357 vieta tassativamente l’introduzione in Italia di specie e popolazioni non autoctone, per qualsiasi fine, senza prevedere deroghe. Questa pratica di lotta biologica é invece già stata intrapresa con successo in altri Paesi.
“Impedire l’ingresso di organismi alieni è impossibile”, ammette Maria Lodovica Gullino, direttrice di Agroinnova. “Questo non vuol dire non sorvegliare cosa entra nel Paese, anzi il contrario. Dobbiamo essere sempre in allerta. Sia il settore pubblico che quello privato devono essere pronti a identificare nuove minacce e intervenire tempestivamente”.
Cosa fare allora per difendersi? Nell’immediato occorre rafforzare i controlli alle frontiere, ma le contromisure più efficaci a queste invasioni nascono nei laboratori di ricerca delle Università. Va sviluppata la ricerca sulla lotta biologica e chimica agli insetti pericolosi. In prospettiva é necessario intensificare la lotta ai cambiamenti climatici. Quando il clima di un Paese come l’Italia si tropicalizza, accade che si “apparecchia” la tavola per l’arrivo e spesso la colonizzazione di nuove specie di insetti, provenienti sia dall’Africa che dall’Oriente.