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Messa in sicurezza del territorio, la XVIII legislatura sarà quella buona?
Scritto il 24-06-2019 da Ufficio stampa | Categoria: ambiente
“Finalmente avremo gli strumenti necessari a realizzare gli obiettivi previsti dal Piano per la mitigazione del rischio idrogeologico e intervenire per risolvere i problemi dei territori fragili dal punto di vista idrogeologico”. Questo il commento del Ministro dell’ambiente Sergio Costa dopo l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del ddl ‘Cantiere Ambiente’, che ha già ottenuto il via libera all’unanimità della Conferenza delle Regioni.
Il testo attribuisce ai Presidenti delle Regioni, designati quali Commissari contro il dissesto idrogeologico, il compito di predisporre un programma d’azione triennale per la mitigazione del rischio e per la salvaguardia del territorio. La dotazione finanziaria del provvedimento dovrebbe essere di 6,5 miliardi.
Il Ministro Costa ha rivolto un appello a deputati e senatori affinché questo disegno di legge venga calendarizzato e approvato in tempi record. La questione della messa in sicurezza del territorio nel nostro Paese è da lungo tempo in attesa di trovare una soluzione legislativa adeguata. Speriamo che la XVIII legislatura sia quella buona.
“I nubifragi e le violente grandinate di questi giorni – afferma il Presidente regionale della Cia Gabriele Carenini – hanno messo in evidenza ancora una volta quanto sia fragile il territorio italiano: fiumi esondati, smottamenti, arterie stradali interrotte. Il ddl ‘Cantiere Ambiente’ punta a razionalizzare e semplificare la normativa e le procedure esistenti per gli interventi di mitigazione del dissesto idrogeologico. Il provvedimento é necessario, ma se si vuole davvero mettere in sicurezza il territorio, la priorità é fermare l’avanzata del cemento che non solo contende il terreno all’agricoltura, non solo in molti casi é un attentato alla bellezza del paesaggio, ma c’è una strettissima correlazione tra consumo di suolo e dissesto idrogeologico”.
“Il nostro Paese – continua Carenini – continua ad essere sguarnito di regole atte a contrastare la perdita e il degrado di suoli liberi e la loro trasformazione in superfici urbanizzate. Occorre garantire l’equilibrio tra i terreni agricoli e le zone edificabili ponendo un limite massimo al consumo del suolo e stimolando il riutilizzo di zone già urbanizzate. Il territorio non é una risorsa rinnovabile e come tale va salvaguardato”.