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Bruxelles fermi subito le importazioni di riso Japonica dal Myanmar (che forse é riso Indica, dichiarato Japonica per aggirare i controlli)! No anche all’importazione di riso a dazio zero dal Vietnam!Basta concessioni sul riso!
Scritto il 27-06-2019 da Ufficio stampa | Categoria: Coltivazione erbacee
A sei mesi dall’introduzione della clausola di salvaguardia che ha arginato le importazioni di riso Indica dal Sud Est Asiatico, il mercato europeo è nuovamente invaso da importazioni a dazio zero di riso dal Myanmar, questa volta del tipo Japonica.
Secondo i dati della Commissione europea, nella campagna terminata il 31 marzo scorso, l’Unione europea ha importato dal Myanmar 22.755 tonnellate di riso lavorato Japonica, mentre solo ad aprile le tonnellate sono state ben 11.261.
“Non intendiamo attendere anni, com’è avvenuto per la Cambogia – spiega il presidente dell’Ente Risi Paolo Carrà -, anche perché i prezzi dei risoni sono depressi e i risicoltori si stanno impoverendo. La Commissione europea può e deve agire tempestivamente, anche senza la necessità di una domanda da parte di uno Stato Membro perché è minacciata una produzione tipica europea, qual è il riso japonica. Bruxelles deve aprire un’inchiesta al fine di accertare le condizioni per il ripristino dei normali dazi della tariffa doganale comune anche per questo riso; contemporaneamente, dovrebbe effettuare controlli sistematici presso i porti in cui avviene lo sbarco di questo prodotto così da verificare se queste importazioni non siano in realtà riferibili a riso di tipo Indica ma dichiarate come riso Japonica all’unico scopo di aggirare la clausola di salvaguardia”.
L’Ente Risi ha presentato il problema sia a livello europeo, nell’ambito del Comitato di gestione, che nazionale, con una lettera del presidente Carrà al ministro delle politiche agricole Gian Marco Centinaio.
Desta anche molta preoccupazione l’accordo di libero scambio tra Ue e Vietnam che sarà firmato ad Hanoi il 30 giugno prossimo. L’accordo prevede di concedere al Vietnam la possibilità di esportare nella Ue un contingente di circa 80mila tonnellate di riso a dazio zero. L’Italia si è astenuta sulla decisione del Consiglio Ue.
La Cia del Piemonte si oppone a che vengano fatte ulteriori concessioni sul riso negli accordi di libero scambio in corso di negoziazione e in quelli futuri. E per tutto il riso di importazione chiede che in etichetta venga indicata l’origine e si accerti che sia prodotto nel pieno rispetto degli standard ambientali, sociali e fitosanitari europei.