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Con oltre 860 mila capi suini, la Granda è leader in Piemonte. La Cia chiede la modifica dei disciplinari di produzione dei principali prosciutti DOP, ormai obsoleti
Scritto il 19-06-2019 da Ufficio stampa | Categoria: zootecnia
Con oltre 860 mila capi, Cuneo conferma essere la provincia del Piemonte più importante in termini di allevamento suinicolo. Seguono Torino (191 mila capi circa), Novara (61 mila), Biella (33 mila), Alessandria (29 mila), Vercelli (21 mila), Asti (15 mila) e il Verbano-Cusio-Ossola (poche centinaia di capi).
Tali dati giustificano la grande attenzione della Cia di Cuneo verso questo settore zootecnico, la cui redditività é scesa a livelli che non si registravano dal 2013, con un crollo tendenziale del 24% (fonte Crefis – Centro ricerche economiche sulle filiere suinicole), a causa del calo delle quotazioni degli animali e della forte concorrenza estera, soprattutto della Spagna che in 15 anni ha raddoppiato la produzione passando da 20 a quasi 40 milioni di capi (in Italia siamo scesi a 8.4 milioni di capi).
“E’ necessario riorganizzare la filiera – spiega il direttore Cia Cuneo Igor Varrone – in termini di strategia commerciale. I nostri allevatori puntano sulla qualità e stanno investendo molto sul benessere animale ma, con questi prezzi, rischiano di vedere impoverire il loro patrimonio. È necessario invertire la rotta al più presto, continuando a investire sulla qualità e la valorizzazione del prodotto, soprattutto sui mercati poco esplorati”.
Nel frattempo, la Cia sta presentando a livello nazionale alcune proposte a sostegno della suinicoltura italiana con l’obiettivo di rilanciare la competitività e promuovere il consumo di carne. Grazie agli emendamenti proposti dalla Cia-Agricoltori italiani è stato istituito nel decreto emergenze un Fondo nazionale per la suinicoltura, con una dotazione di 1 milione di euro per il 2019 e 4 milioni di euro per il 2020. Il Fondo è destinato a far fronte alla perdita di reddito degli allevatori, garantire la massima trasparenza nella formazione dei prezzi indicati dalle Commissioni Uniche Nazionali, rafforzare i rapporti di filiera, promuovere i prodotti suinicoli; migliorare la qualità e il benessere animale, incentivare contratti di filiera.
Inoltre la Cia-Agricoltori italiani ritiene che tra le cause dei problemi strutturali del comparto ci siano anche i disciplinari di produzione dei principali prosciutti DOP, ormai obsoleti, risalenti al 1993. Le modifiche sono necessarie. Il mondo allevatoriale è in continua evoluzione, la tecnologia migliora, le innovazioni producono ricchezza. Il settore deve stare al passo con i tempi.