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Formaggi italiani in gran spolvero sul fronte dell’export. In calo invece le vendite sia di latte fresco, sia di latte a lunga conservazione. Gabriele Carenini all’assemblea di Assolatte
Scritto il 22-06-2019 da Ufficio stampa | Categoria: Latte
Formaggi italiani in gran spolvero sul fronte dell’export (ferme invece le vendite sul mercato interno). Nel 2018, l’export dei formaggi italiani ha tagliato il traguardo delle 418.443 tonnellate (+0,7% rispetto al 2017) per un controvalore di 2,8 miliardi di euro (+3,0%). Un risultato che porta in attivo la bilancia commerciale del settore caseario italiano per oltre 1 miliardo di euro e che riassume in modo efficace il valore prodotto dal settore caseario per l’economia italiana, nonostante le sempre più diffuse imitazioni, facendo di questo settore un volano per la crescita dell’economia nazionale e per la diffusione del “Made in Italy” autentico nel mondo.
Secondo il Presidente di Assolatte Giuseppe Ambrosi gli accordi di libero scambio siglati dall’Unione europea si sono rivelati molto importanti nel supportare la crescita delle aziende e spingono le vendite in nuovi mercati come Corea del Sud e Canada.
In difficoltà invece il mercato del latte alimentare, penalizzato dalla crisi degli acquisti alimentari e dal cambiamento degli stili di consumo. La categoria del latte a durabilità minore ha chiuso l’anno con un calo del 3,9% in volume e del 2,4% in valore. In particolare, come era successo negli anni passati, è il latte fresco a evidenziare le perdite maggiori, con -7,6% in volume e -6,6% in valore. Positivo, invece, il mercato del Latte Esl (cioè quello microfiltrato ad alta pastorizzazione) che ha archiviato il 2018 con +4% in volume e +6,5% in valore. Consuntivo negativo per le vendite di latte a lunga conservazione (Uht), che ha chiuso il 2018 con -5,8% in volume e -5,5% in valore.
Situazione molto “volatile” anche per il mercato del burro, mentre per le mozzarelle la produzione è arrivata ad un valore di 1,7 miliardi di euro (+2,1%) e le vendite sono cresciute dell’1,3%. Per gli yogurt, infine, il 2018 ha mostrato una leggera ripresa (+0,7%) dei consumi.
Questi dati sono stati presentati all’assemblea di Assolatte, l’associazione che rappresenta le industrie di trasformazione lattiero-casearia, tenutasi il 19 giugno scorso a Milano, cui ha partecipato anche il Presidente regionale della Cia Gabriele Carenini.
“Le difficoltà che caratterizzano il mercato internazionale dei prodotti lattiero-caseari sono molte e sono complesse– commenta Carenini -.Per crescere ancora il comparto deve fare sistema. Una maggior integrazione fra produttori, industria di trasformazione e grande distribuzione é fondamentale per conquistare nuovi consumatori e nuovi mercati. Ma una vera integrazione é possibile soltanto se a tutti gli attori della filiera viene garantita pari dignità”.
“In Piemonte – continua Carenini – il comparto lattiero-caseario vive una fase confusa. Gli industriali non sembrano mostrare interesse a trovare soluzioni unitarie e preferiscono procedere in ordine sparso. Ciascuno pagando il latte ai propri conferenti con la propria tabella qualità. Latti qualitativamente identici vengono pagati ai produttori in modo differente. Il nostro auspicio è che si ripristini un clima di fattiva collaborazione tra tutti gli attori della filiera per discutere seriamente, oltre che di prezzo del latte e di come rendere uniformi le tabelle qualità su tutto il territorio regionale, anche di progetti di sviluppo del comparto”.