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Prosegue la mobilitazione per chiedere la modifica della 157/92, Scanavino consegna al Ministro Centinaio la proposta di legge della Cia-Agricoltori italiani
Scritto il 30-05-2019 da Ufficio stampa | Categoria: fauna selvatica
Il presidente di Cia-Agricoltori, Dino Scanavino, ha consegnato al ministro Gian Marco Centinaio la proposta di modifica della legge 157/92 sulla gestione della fauna selvatica. Obbiettivo della proposta di modifica, elaborata dalla Cia-Agricoltori con il contributo di esperti del settore, mettere le aziende agricole nelle condizioni di disporre di strumenti normativi più adeguati per meglio contrastare il fenomeno ormai insostenibile dei danni alle coltivazioni provocati dagli animali selvatici.
La normativa vigente é infatti obsoleta. E’ stata approvata 27 anni fa, quando sembrava che molte specie selvatiche fossero a rischio di estinzione, ma con il passare del tempo la situazione é radicalmente cambiata. A causa dell’assenza di predatori e favorite dalla disponibilità di aree montane o collinari abbandonate dall’agricoltura molte specie selvatiche si sono moltiplicate a dismisura.
“La nostra Organizzazione chiede una inversione di rotta nella legislazione nazionale – spiega il Presidente regionale della Cia Gabriele Carenini – per cambiare il regime di protezione di cui gode la fauna selvatica e introdurre una gestione regolata per tutte le specie che causano danni all’ambiente e alle attività dell’uomo. Il rischio oggi non é più l’estinzione, ma la crescita senza controlli della fauna selvatica. Anche la sicurezza dei cittadini è in pericolo”.
“Finché alcuni animali, in particolare gli ungulati, erano limitati nel numero degli esemplari –prosegue Carenini– i danni da fauna selvatica in agricoltura erano per lo più contenuti ed erano considerati dagli addetti ai lavori come una componente del gioco, un rischio d’impresa. Ora non è più così. Le specie selvatiche nocive sono considerevolmente cresciute, mettendo a rischio la stessa sopravvivenza di molte aziende agricole. Bisogna tornare a carichi sostenibili delle specie animali, che siano compatibili con le caratteristiche ambientali, ma anche produttive e turistiche, dei diversi territori”.