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La nostra zootecnia non può rimanere legata in eterno all’importazione di soia dai Paesi terzi
Scritto il 27-05-2019 da Ufficio stampa | Categoria: zootecnia
L’80% dei mangimi utilizzati negli allevamenti Ue è di origine europea. E’ quanto emerge dal ‘Bilancio sulle proteine del mangime per il 2017/18’, pubblicato nei giorni scorsi dalla Commissione Ue. Mentre l’Ue è pienamente autosufficiente per il foraggio grezzo – secondo quanto emerge dal rapporto che per la prima volta compie una rassegna completa della produzione e commercio di tutte le tipologie di mangimi a livello Ue – produce solo il 26% del suo fabbisogno per soia e colza.
Quasi il 70% della soia che arriva in Europa proviene i dagli Usa. L’Europa ha molto aumentato in questi ultimi mesi le importazioni di soia statunitense perché il prezzo è molto calato da quando sono scattate le ritorsioni cinesi dopo le prime misure adottate dagli Stati Uniti nei confronti del gigante orientale. La quota restante di import di semi di soia è coperta dal Brasile, seguito a distanza da Canada, Paraguay e Uruguay. Nella stragrande parte la soia importata è geneticamente modificata.
Il varo di un vero “piano proteine” Ue, che la Cia-Agricoltori italiani sollecita da tempo, è necessario per ridurre la dipendenza dell’Europa dalle importazioni soprattutto di soia dai paesi terzi. La nostra zootecnia non può rimanere legata mani e piedi, in eterno, all’importazione dall’estero di un prodotto essenziale per la sua sopravvivenza.