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Lupi, la notte dei fuochi in Europa
Scritto il 14-05-2019 da Ufficio stampa | Categoria: fauna selvatica
Dalla Spagna alla Germania, dalla Polonia alla Svizzera, passando per Repubblica Ceca, Austria, Francia e Slovenia: in tutta Europa migliaia di agricoltori hanno dato fuoco nella notte tra venerdì e sabato scorsi ai loro falò per chiedere uno stop alle politiche di protezione del lupo. In Italia, l’epicentro è stato in Alto Adige dove sono stati accesi almeno una cinquantina di roghi.
“Siamo stufi di questa situazione” spiega il presidente dell’associazione dei contadini Leo Tiefenthaler. Solo nel 2018 i tre branchi di lupi in Alto Adige hanno ucciso più di quaranta agnelli. Quest’anno gli attacchi si sono intensificati e i contadini hanno iniziato a mettere gli animali sbranati ai bordi delle strade accanto a cartelli di protesta.
“Il vero problema — chiarisce Luigi Spagnolli, direttore dell’ufficio caccia della Provincia di Bolzano — è la confidenza che questi animali hanno con l’uomo. È un secolo che non si spara più ai lupi, ora non hanno più paura dell’uomo e si avvicinano alle zone abitate senza remore”.
Il governatore altoatesino Arno Kompatscher stigmatizza l’ambientalismo da … salotto di chi “la natura la vede solo in televisione e non tiene in considerazione le esigenze di chi, come i contadini, vive a stretto contatto con l’ambiente e sa che la convivenza con i grandi predatori può essere anche molto spiacevole”.
Anche in Piemonte i lupi sono arrivati a formare dei pericolosi branchi territoriali. Le misure di prevenzione proposte, recinzioni elettrificate e cani da difesa sono per lo più inefficaci e solo in alcune situazioni utilizzabili. La situazione é drammatica e gli allevatori sono esasperati.
A fianco degli allevatori piemontesi è schierata l’Unione delle Comunità Montane del Piemonte. “Uncem da sempre sta dalla parte degli allevatori – ha detto il Presidente Lido Riba –. Dobbiamo agire affinché non si smobiliti il presidio del territorio garantito da imprese e margari”. Riba chiede un’azione slegata da vincoli pseudoambientalisti.