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Dietro le vendite sottocosto nei supermercati spesso ci sono sfruttamento del lavoro ed illegalità
Scritto il 22-05-2019 da Ufficio stampa | Categoria: Senza categoria
È bufera sulle super offerte dei prodotti alimentari presenti in tutte le catene dei supermercati, che sempre più spesso orientano le scelte del consumatore. Tante le formule promozionali che oggi riguardano oltre il 30% della merce negli scaffali. Si va dal sottocosto, dove il prezzo al pubblico risulta inferiore rispetto a quello di acquisto, al 3×2, dove ‘prendi due e paghi uno’, al prodotto civetta del marchio offerto a un prezzo stracciato per far venir voglia di comprare anche tutt’altro.
Tra le soluzioni escogitate dalla Gdo per mantenere i listini al livello più basso possibile c’è anche quella della aste al ribasso o al doppio ribasso. Funziona così: il supermercato che ha bisogno di un prodotto scrive a un gruppo di fornitori e chiede a ognuno qual è il prezzo più basso che è disposto ad applicare. Tra quei prezzi sceglie il più piccolo: quel valore sarà la base di un’asta online tra i fornitori. Sarà un’asta a scendere: vince e si aggiudica il contratto chi sarà capace di fare il prezzo minore. Tramite le aste al ribasso la Gdo tiene per il collo produttori e trasformatori.
La vendita di prodotti agricoli sottocosto e le aste a doppio ribasso sono attività distorsive del mercato che ledono la dignità dei produttori agricoli e minano la stabilità dei loro redditi, sfruttandone la frammentazione e lo scarso potere contrattuale. Tali pratiche vanno quindi a tutti gli effetti considerate delle forme di concorrenza sleale, poiché travalicano le logiche di concorrenza, imponendo prezzi che nulla hanno a che vedere con il mercato, ma sono dettati dalla asimmetria contrattuale che penalizza il contraente più debole.
Dietro i prezzi stracciati di alcuni prodotti spesso ci stanno illegalità e sfruttamento del lavoro e dell’ambiente. Per combattere questi fenomeni negativi meglio sarebbe se si riuscisse a regolare i rapporti commerciali costruendo progetti condivisi tra tutti gli attori delle varie filiere. Nel frattempo l’Italia deve recepire, il più presto possibile, la direttiva europea contro le pratiche sleali estendendo la protezione a tutti i produttori ed aggiungendo alla lista di pratiche proibite anche le vendite sotto costo e le aste a doppio ribasso.