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Niente abbattimenti per i lupi in Italia: “Convivenza possibile”, lo sostiene il ministro Costa. Carenini: “Guardare in faccia alla realtà!”.
Scritto il 03-04-2019 da Ufficio stampa | Categoria: fauna selvatica
Nel nuovo “Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia”, elaborato dopo molti mesi di discussioni e confronti dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa per sostituire quello risalente ormai al 2002, non c’è il paragrafo sugli “abbattimenti controllati”, contemplati nel piano consegnato nel 2017 dal ministero guidato all’epoca da Gianluca Galletti.
La motivazione per non concedere gli abbattimenti controllati sarebbe che “I danni non certo ingentissimi sono sempre economicamente compensati” e che la convivenza con i lupi è possibile.
La verità invece è che i danni non sono affatto “sempre economicamente compensati “ e soprattutto che a causa dei continui attacchi dei lupi la pastorizia e l’allevamento in montagna sono diventati attività snervanti, quasi impossibili.
I lupi sono arrivati a formare dei pericolosi branchi territoriali. Le misure di prevenzione proposte, recinzioni elettrificate e cani da difesa sono per lo più inefficaci e solo in alcune situazioni utilizzabili. La situazione é drammatica e gli allevatori sono esasperati.
A fianco degli allevatori è schierata l’Unione delle Comunità Montane del Piemonte. “Uncem da sempre sta dalla parte degli allevatori – ha detto il Presidente Lido Riba –. Dobbiamo agire affinché non si smobiliti il presidio del territorio garantito da imprese e margari”. Riba chiede un’azione slegata da vincoli pseudoambientalisti.
In Paese civili come Spagna, Francia e Norvegia i piani di contenimento del lupo sono ormai una realtà che non suscita alcuno scandalo. Hanno capito che un numero controllato di lupi favorisce la convivenza.
“Risolvere l’emergenza lupo è una necessità – sottolinea il Presidente regionale della Cia Gabriele Carenini -.I lupi rappresentano un forte elemento di criticità per coloro che svolgono attività pastorali ed allevatoriali sulle Alpi e garantiscono il presidio del territorio. Nessun rimborso può ripagare i margari ed i pastori del danno subito, dello stress imposto, del venir meno del senso del proprio lavoro. I lupi inoltre si spingono sempre più a ridosso delle case e costituiscono un pericolo per la sicurezza dei cittadini”.
“L’allevamento e la pastorizia di montagna – prosegue Carenini – sono valori ecologici ed economici di interesse prioritario per il territorio: il mantenimento degli habitat legati ai prati a sfalcio e ai pascoli, la qualità dei prodotti di alpeggio, il valore paesaggistico, ecoturistico e anche culturale delle attività di allevamento e pastorale sono elementi da tutelare senza se e senza ma”.