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Cambogia chiede l’annullamento dei dazi sul riso, ma prima di che la Corte di Giustizia Ue si pronunci passeranno un paio d’anni
Scritto il 16-04-2019 da Ufficio stampa | Categoria: Coltivazione erbacee
La Cambogia e la Cambogia Rice Federation hanno chiesto alla Corte di giustizia Ue di annullare il regolamento di esecuzione 2019/67 della Commissione europea, con cui l’Esecutivo Ue ha reintrodotto i dazi sulle importazioni di riso Indica da Cambogia e Birmania/Myanmar. Lo hanno reso noto le autorità di Phnom Penh.
I dazi, che erano a zero in virtù degli accordi commerciali preferenziali dell’Ue, sono stati reintrodotti come misura di salvaguardia a tutela dei risicoltori europei, su richiesta dell’Italia con l’appoggio di Spagna, Francia, Portogallo, Grecia, Romania, Bulgaria e Ungheria.
La Cambogia godeva dell’esenzione dai dazi per l’esportazione di riso verso l’Ue dal settembre 2009 e Myanmar dal giugno 2013, con effetto retroattivo dal 2012. Questa politica aveva determinato un’esplosione delle importazioni dai due Paesi asiatici, il crollo dei prezzi e in Italia, che è il primo produttore europeo di riso, un calo della produzione e l’accumulo delle scorte. Dall’inchiesta della Commissione Ue era emerso che le importazioni di riso Indica da Cambogia e Myanmar erano aumentate notevolmente nelle ultime campagne risicole, a prezzi molto inferiori a quelli praticati sul mercato dell’Ue. L’impennata delle importazioni a basso prezzo aveva causato gravi difficoltà ai produttori di riso europei.
I dazi dureranno tre anni. In media, per ottenere una sentenza dalla Corte di giustizia Ue, servono due anni.