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Aprile sta facendo aprile, ma non deve farci dimenticare che primi tre mesi dell’anno sono stati tra i più secchi degli ultimi cinquant’anni.
Scritto il 15-04-2019 da Ufficio stampa | Categoria: ambiente
La pioggia e le neve cadute nel mese di aprile hanno ridato respiro all’ecosistema ed all’agricoltura. Aprile sta facendo aprile, ma non deve farci dimenticare che i primi tre mesi dell’anno sono stati tra i più secchi degli ultimi cinquant’anni.
Un tempo le quattro stagioni erano chiare, scandite da ritmi facilmente prevedibili. Una sorta di battito cardiaco regolare. Oggi, inteso come ultimi decenni, le stagioni non sono più “quelle di una volta”. Le modificazioni sono evidentissime. Effetto del cambiamento climatico in atto destinato ad acuirsi nei prossimi decenni. I periodi in cui non piove sono sempre più prolungati e sono spesso seguiti da improvvisi nubifragi che causano esondazioni di fiumi ed alluvioni catastrofiche. Ciò impone anche al Piemonte di pianificare con urgenza delle strategie per gestire al meglio le risorse idriche.
Occorre realizzare nuovi invasi per stoccare l’acqua nei periodi di abbondanza, per poi utilizzarla nei momenti di necessità. Gli invasi riducono il pericolo alluvioni e sono l’unica soluzione per evitare le crisi idriche che cagionano gravi danni all’agricoltura ed all’ambiente. Oggi si riesce a trattenere solo il 10% dell’acqua piovana. La restante quota va persa, ed è un lusso che non possiamo più permetterci.
Sono necessari inoltre interventi di potenziamento e manutenzione delle rete idrica, di recupero e riciclaggio delle acque, nonché forme di sostegno agli agricoltori perché adottino metodi di irrigazione che comportano una minore dispersione di acqua. Sfruttare nel modo più razionale possibile le risorse irrigue è ormai un’esigenza inderogabile. Bisogna intervenire subito. Domani potrebbe essere troppo tardi.
Giovanni Cardone – Direttore Cia Piemonte