In Evidenza
Emergenza Coronavirus
Lavora con agricoltori italiani
Dal campo alla tavola
Portale sconti di Cia
Le Associazioni
AGIA
Associazione Giovani Imprenditori Agricoli
ANP Cia
Associazione Nazionale Pensionati
Donne in Campo
La spesa in campagna
Turismo verde
ASES
Progetto Highlander
Informativa
Cookie e Privacy
Parlamento Ue, via libera alle nuove norme contro pratiche sleali
Scritto il 13-03-2019 da Ufficio stampa | Categoria: Europa
Via libera del Parlamento europeo a nuove misure per proteggere gli agricoltori dalle pratiche commerciali sleali, sia da parte degli acquirenti che dei distributori. Il testo è stato approvato dalla plenaria di Strasburgo.
“Finalmente gli agricoltori europei saranno più tutelati”, sottolinea il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari. “È particolarmente rilevante -continua Agrinisieme – avere definito un quadro comune di regole da rispettare che garantiscono anche la piena tutela della riservatezza di chi denuncia pratiche sleali anche per il tramite delle organizzazioni di rappresentanza che potranno avere un ruolo decisivo nella attuazione della direttiva”.
Le nuove norme puntano a “sostenere i produttori alimentari contro le pratiche commerciali sleali dei grandi acquirenti, mettendo fine ai pagamenti in ritardo e alle cancellazioni a breve termine degli ordini e danno ai produttori di alimenti il diritto di richiedere un contratto di fornitura scritto”.
Il testo vieta i pagamenti in ritardo per prodotti consegnati, cancellazioni tardive unilaterali o modifiche retroattive degli ordini, rifiuto da parte dell’acquirente di firmare un contratto scritto con un fornitore e uso improprio di informazioni riservate. Minacce di ritorsioni nei confronti dei fornitori, ad esempio la cancellazione dei loro prodotti o il ritardare i pagamenti, per punirli per la presentazione di reclami, saranno anch’essi messi fuori legge. Agli acquirenti non sarà più consentito richiedere pagamenti dai fornitori per deterioramento o perdita di prodotti presso i locali dell’acquirente, a meno che non siano causati dalla negligenza dei fornitori o che i fornitori paghino il costo di esaminare i reclami dei clienti.
Altre pratiche, come restituire prodotti invenduti a un fornitore senza pagarli, costringere i fornitori a pagare per la pubblicità di prodotti, addebitando fornitori per lo stoccaggio o la quotazione di prodotti, o imporre costi di sconto al fornitore, saranno messi fuori legge a meno che siano concordato nel contratto di fornitura.
La direttiva deve essere formalmente approvata dal Consiglio prima che possa entrare in vigore. Gli stati dell’UE avranno quindi 24 mesi per introdurlo alle leggi nazionali. Le nuove regole dovrebbero essere applicate 30 mesi dopo l’entrata in vigore.