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Invasi, fiumi e laghi quasi svuotati
Scritto il 28-03-2019 da Ufficio stampa | Categoria: ambiente
C’è molta preoccupazione in Piemonte per invasi, fiumi e laghi quasi svuotati. La nostra Regione torna a fare i conti con la siccità, questa volta anticipando, e di molto, il ‘normale’ periodo estivo. Il deficit di precipitazioni dall’inizio dell’anno è stato di circa il 65% e la neve in montagna è ormai relegata oltre i 1800-2000 metri, scarsa sul Cuneese e sulle basse e medie vallate del Torinese. La situazione è un po’ migliore ad alta quota sul Piemonte settentrionale e in Valle d’Aosta, dove ci sono circa 1000 milioni di metri cubi d’acqua immagazzinati nella neve.
Le piogge primaverili potrebbero scongiurare il peggio, ma al momento non sono previste grandi perturbazioni. Il rischio di una grande siccità in estate è quindi concreto.
Appare evidente che gli schemi idrici attuali non sono più in grado di reggere il mutamento climatico in atto. Servono interventi strutturali. L’unica reale soluzione è quella di stoccare l’acqua nei periodi di abbondanza per poi rilasciarla durante i mesi di maggior siccità. E’ necessario il varo di un vero piano di potenziamento delle infrastrutture e dei bacini di accumulo.
Molti Enti locali di diverse valli alpine, in particolare cuneesi e torinesi, da anni lavorano per realizzare bacini e piccoli sbarramenti sui corsi d’acqua. Servono finanziamenti, oltre a programmazione. Anbi (Associazione dei Consorzi di bonifica) ha presentato un piano nazionale che solo per il Piemonte prevede otto nuovi invasi per un investimento complessivo di 490 milioni di euro.
L’Unione delle Comunità Montane del Piemonte da tempo insiste sulla necessità di programmare con interventi pubblico-privati la realizzazione di piccoli invasi, dai due ai dieci milioni di metri cubi d’acqua, in ciascuna vallata. Questi garantirebbero l’uso potabile, la produzione idroelettrica, il rilascio estivo per l’agricoltura, l’irrigazione di pascoli in quota. Senza contare l’importanza strategica in caso di incendi e calamità, oltre al ruolo turistico, legato al richiamo dei nuovi laghi artificiali.
Servono anche con urgenza piani di investimento pubblici e privati per ammodernare la rete di distribuzione e per accelerare l’adozione di innovazioni sul fronte dell’agricoltura e dell’allevamento di precisione che aiutino nel risparmio idrico e nel riutilizzo della risorsa acqua. Il riordino delle risorse irrigue è un’esigenza inderogabile. Bisogna intervenire subito. Domani potrebbe essere troppo tardi.
Gabriele Carenini – Vice Presidente Cia Piemonte