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“Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare”, il cibo buttato in Italia vale quasi un punto di pil
Scritto il 05-02-2019 da Ufficio stampa | Categoria: agroalimentare
Il cibo buttato costa all’Italia quasi un punto del Pil, lo 0,88% per la precisione – lo 0,69% se si considera solo quello domestico – per una stima di oltre 15 miliardi di euro, dei quali l’80% avviene in casa, con lo spreco domestico che vale quasi 12 miliardi, e dove si spreca più cibo che acqua ed energia (2,4 kg a famiglia ogni mese, per un valore di 28 euro).
Sono i dati forniti dall’Osservatorio nazionale Waste Watcher di Last Minute Market e Swg, emersi in occasione della Giornata Nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare istituita dal Ministero dell’Ambiente, che si celebra oggi 5 febbraio.
Lo spreco alimentare è una questione grave ed urgente, sia dal punto di vista economico, sia da quello ambientale. Ed è un problema globale, anche se c’è molta differenza tra i paesi ricchi e quelli più poveri. In Italia e nei Paesi occidentali lo spreco è prevalentemente presente nella parte finale della filiera, cioè sulla tavola dei consumatori, mentre andando verso la produzione si riduce, come emerge anche dalle analisi dell’Osservatorio nazionale Waste Watcher. Nei Paesi in via di sviluppo, invece, lo spreco alimentare si verifica prevalentemente a monte della filiera, a causa delle scarse metodologie agricole nella fase pre-raccolta ed alle inappropriate tecnologie post-raccolta, come trasporti e immagazzinamento.
Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile contenuti nell’agenda 2030 dell’ONU indicano, oggi più che mai, nell’utilizzo responsabile delle risorse un crocevia importante per definire il futuro del nostro pianeta. Tutti devono sentire il dovere di contribuire a questa sfida, ed è per questo che la Cia considera la lotta allo spreco alimentare come una priorità sia nella sua strategia.