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Troppe nutrie, ma la burocrazia rallenta gli abbattimenti selettivi
Scritto il 08-02-2019 da Ufficio stampa | Categoria: fauna selvatica
Nel Vco, tra il lago di Mergozzo ed il Fondotoce, sono ricomparse le nutrie, conosciute anche come topi d’acqua. Le nutrie hanno il loro habitat naturale in zone umide, lungo corsi d’acqua, dove scavano le tane, lunghi cunicoli che rovinano argini e sponde fluviali. Le nutrie danneggiano anche le colture agricole. Sono una vera emergenza in tanti territori e purtroppo non hanno predatori.
Gli abbattimenti selettivi delle nutrie sono legali anche al di fuori del periodo di caccia, ma la Provincia del Vco prima di dare il via libera agli abbattimenti deve predisporre un piano di gestione da sottoporre, secondo la normativa in vigore, all’approvazione di Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e della Regione (per pareri in merito alle zone a tutela della biodiversità inserite in Rete Natura 2000). Il tempo necessario per la stesura e il riscontro autorizzativo del un piano di gestione – che deve indicare modalità di cattura, abbattimento e smaltimento delle carcasse di animali – é di alcuni mesi .
Quando la polizia provinciale potrà iniziare gli abbattimenti sarà quindi estate, forse inoltrata. Molto probabilmente i titolari dei campeggi tra Fondotoce e Mergozzo saranno costretti a rincorrere le nutrie tra tende e roulotte durante la stagione turistica. Per non parlare dei danni che nel frattempo le nutrie arrecheranno alle infrastrutture ed alle colture agricole.
Questa vicenda, che può apparire locale, è invece emblematica dell’atteggiamento delle nostre Istituzioni nei confronti di un problema sempre più grave: quello della proliferazione incontrollata della fauna selvatica nociva. Tante chiacchiere e poca sostanza.
“E’ necessaria e indifferibile – afferma il presidente regionale della Cia Gabriele Carenini– una piena presa di coscienza del problema da parte delle Istituzioni, che devono adottare urgenti e non più rinviabili misure finalizzate a ricondurre le consistenze di tali popolazioni selvatiche entro accettabili livelli di sostenibilità territoriale ed ambientale. Sollecitiamo pertanto le Istituzioni ad assumere tutte le iniziative tecniche, organizzative e normative necessarie per prevenire e contrastare con efficacia la proliferazione della fauna selvatica. Invitiamo anche le associazioni venatorie, ambientaliste e animaliste ad avviare insieme alle organizzazioni agricole una seria riflessione, senza pregiudizi, su come realizzare una seria ed efficace gestione faunistica”.