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Ok degli Stati Ue contro pratiche sleali
Scritto il 17-01-2019 da Ufficio stampa | Categoria: agroalimentare
E’ stato approvato all’unanimità dai rappresentati dei 28 Stati Membri nel Comitato Speciale per l’Agricoltura, l’accordo fra Parlamento europeo, Commissione e Consiglio Ue raggiunto lo scorso 19 dicembre sulla Direttiva europea contro le pratiche commerciali sleali nella filiera agroalimentare. Con il via libero del CSA, la palla ora torna al Parlamento europeo che dovrà votare l’accordo prima il 23 gennaio in Commissione agricoltura e poi, definitivamente, durante la sessione plenaria di Marzo.
L’accordo vieta pratiche come la cancellazione last minute degli ordini, i ritardi nei pagamenti ai fornitori, le modifiche unilaterali dei contratti, i mancati pagamenti ai fornitori per la merce invenduta. Non meno importante è il fatto che la normativa europea verrà estesa agli acquirenti di prodotti agroalimentari Ue situati nei Paesi terzi, per evitare triangolazioni di centrali distributive che hanno sede legale in Stati extra-Ue.
I contratti tra fornitori e acquirenti dovranno essere scritti e chi subisce ingiustizie potrà denunciarle personalmente o tramite le associazioni mantenendo l’anonimato. L’acquirente non potrà avviare ritorsioni commerciali mentre l’autorità legale di contrasto avrà l’obbligo di agire in tempi certi.
È stata portata inoltre da 50 a 350 milioni di euro la soglia minima di fatturato delle aziende agricole e delle imprese agroalimentari entro la quale sarà applicata in tutti gli Stati membri la nuova direttiva europea, con la possibilità per gli Stati membri di fissare soglie ancora più alte.
Per Agrinsieme “si tratta di un sicuro passo in avanti rispetto all’approccio iniziale”. Ma auspica che la soglia dei 350 milioni di euro venga aumentata a livello nazionale perché “resta un forte sbilanciamento tra potere della distribuzione organizzata e produzione agricola che avrebbe potuto giustificare un limite di fatturato ben superiore per le imprese agricole”.