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Giorgio Macchieraldo, Cia Biella: gli agricoltori subiranno pesanti disagi a causa della fattura elettronica
Scritto il 08-01-2019 da Ufficio stampa | Categoria: burocrazia
Gli agricoltori biellesi subiranno pesanti disagi a causa della fattura elettronica, la novità prevista dalla Legge di Bilancio 2018 e obbligatoria dal 1° gennaio. Se poi questi vivono o lavorano in Comuni montani, i problemi saranno ancora maggiori. “Al governo sono convinti che gli italiani siano un popolo di avvocati e dottori, eppure l’Italia non avrebbe futuro senza gli agricoltori, fondamentali per l’economia nazionale – spiega Giorgio Macchieraldo, della Cia di Biella -. Prima ci hanno costretti a usare la posta elettronica certificata e ora la fatturazione elettronica: sembra scontato che tutti abbiano in casa un computer e siano in grado di utilizzarlo senza problemi”.
Macchieraldo parla a nome dei 300 agricoltori che si appoggiano al centro di assistenza fiscale della Confederazione di Biella, i quali, dopo essere stati abituati ad avere a che fare con fatturazioni e bolle cartacee, adesso non avranno più nulla di concreto in mano su cui verificare pagamenti, rate e valutazioni dei propri prodotti.
La Cia si occuperà di compilare per i propri soci la nuova fatturazione. “Il problema è che l’agricoltore non si sentirà più parte attiva del suo mondo – continua Macchierado -. In agricoltura i prezzi variano a seconda della qualità: come farà un contadino a sapere, in un determinato periodo dell’anno, quanto verrà quotato il suo latte o il suo fieno? Dovrà sempre recarsi da noi in associazione a richiedere una copia cartacea”.
Vero è che ci sono molti agricoltori che, negli anni, hanno acquisito dimestichezza con l’informatica e quindi saranno in grado di fatturare autonomamente e stampare i documenti necessari. In questo caso però subentra un altro problema. “La fattura elettronica, nei Comuni montani ad alto grado di divario digitale, sta creando non pochi problemi – spiega la vice presidente di Uncem Paola Vercellotti -. La mancanza di buone connessioni frena l’accesso ai servizi”. Uncem ha chiesto al ministero dello Sviluppo economico e all’Agenzia delle Entrate un’attenzione particolare per i centri montani. “Non abbiamo avuto alcuna risposta – conclude Vercellotti -. Manca il buon senso e così ci scontriamo con la realtà. La banda ultralarga sta arrivando, ma finora si viaggia a 56kbs. E ogni servizio on line si complica”.
Fonte: “La Stampa”