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La soia americana invade l’Europa
Scritto il 07-12-2018 da Ufficio stampa | Categoria: Coltivazioni erbacee
La Commissione europea ha pubblicato gli ultimi dati sulle importazioni di semi di soia da cui risulta che gli Stati Uniti sono il principale fornitore dell’Europa. Il 69% della soia che arriva in Europa proviene infatti dagli Usa. L’Europa ha raddoppiato in questi ultimi mesi le importazioni di soia americana, sia perché il suo prezzo è diventato più conveniente da quando la Cina la sta snobbando, sia a seguito del patto sulla soia concluso da Trump e Junker a luglio durante il loro vertice alla Casa Bianca. Un incontro in cui il risultato è stato che il Presidente degli Stati Uniti ha rinunciato a imporre dazi all’Unione europea in cambio di maggiori acquisti da parte dell’Europa di prodotti americani.
La quota restante di import di semi di soia da parte dell’Europa è coperta per il 25% dal Brasile, seguito da Canada, Paraguay e Uruguay con quote comprese fra l’1 e il 2%. Nella stragrande parte (circa l’80%) la soia importata è geneticamente modificata.
L’Europa produce solo il 5% del suo fabbisogno. La nostra zootecnia corre il rischio, se non si interviene, di rimanere legata mani e piedi, in eterno, all’importazione dall’estero di un prodotto essenziale per la sua sopravvivenza.
Occorre un vero piano europeo per lo sviluppo delle colture proteiche. Non solo soia, ma anche piselli, fave, favini e erba medica con l’obiettivo di migliorare l’approvvigionamento interno a vantaggio degli utilizzatori, soprattutto gli allevatori. Un piano più volte annunciato e mai realizzato, che la Cia sollecita da tempo rimanendo inascoltata.